La notizia della 28enne morta a Milano dopo essere stata investita da un camion mentre viaggiava in bicicletta ha riaperto la polemica sulla sicurezza dei ciclisti nel capoluogo lombardo (mercoledì un’altra ciclista è stata schiacciata, fortunatamente salvandosi, da un’auto che si è ribaltata).
Ma nel mirino sono finiti soprattutto i camionisti. “Basta con la caccia all’untore” replica Paolo Uggè, presidente della Federazione Autotrasportatori Italiani aderente a Conftrasporto-Confcommercio.
“Sarà un caso – dice Uggè – che il maggior numero di incidenti con ciclisti coinvolti si verifichi nella città del Duomo? Non sarà frutto della mancanza di controlli (chi vede i vigili per le strade di Milano, se non ad applicare multe per le soste?), oppure è la conseguenza di scelte demagogiche? – chiede -. Il ministro Salvini nelle modifiche al Codice della Strada ha già annunciato misure che tuttavia debbono introdurre norme di sicurezza valevoli per tutti, ciclisti compresi. Finalmente!”.
Il presidente della Federazione Autotrasportatori Italiani chiama in causa il sindaco di Milano: “Brilla nelle tragedie umane degli ultimi mesi l’indifferente silenzio del sindaco Sala. Eppure le federazioni che rappresentano le attività di autotrasporto hanno da tempo offerto collaborazione e richiesto confronti per affrontare un tema delicato così impattante con la sicurezza dei cittadini, del quale occorre avere conoscenza”.
Uggè si rivolge poi direttamente al sindaco di Milano: “Lei si dispiace, esecra attribuisce responsabilità, ma non cambia nulla! Sa che Lei è il maggior responsabile di questa situazione, allora smetta di colpevolizzare i lavoratori/autisti impedendo ai camion italiani, e solo a questi (se non dotati di sensori), di entrare in città. La caccia all’untore la lasci alle pagine di un romanzo di, quello sì, un grande milanese. La cittadinanza chiede fatti possibili, concreti e magari che sappiano coniugare ambiente con la sicurezza”.
“Forse occorre ricordare che, oltre ai ciclisti, esistono anche i conducenti dei camion, che entrano in città per lavorare, e il cui comportamento non è sempre ‘colpevole a prescindere’. Ferma restando la necessità di predisporre piste ciclabili il più possibile protette, mancano i controlli – accusa il presidente Fai-Conftrasporto – per dissuadere tutti, ciclisti compresi, ad adottare abitudini e comportamenti scorretti. E anche questo è compito, e responsabilità, di un sindaco”.