E’ la Calabria, con appena 18 sportelli ogni 100mila abitanti, la regione dove è più difficile trovare una banca. Vibo Valentia è all’ultimo posto tra le province, preceduta da Cosenza, mentre a poca distanza seguono Catanzaro e Reggio Calabria, entrambe tra le ultime 10. Solo la provincia di Crotone sta un po’ meglio.
Questa l’analisi di First Cisl, che ha lanciato da più di un anno un “Osservatorio sulla desertificazione bancaria” che riporta le analisi del Comitato scientifico della Fondazione Fiba, basate sui dati trimestrali di Banca d’Italia, Istat ed Eurostat, sia a livello nazionale che regionale, mediante tabelle e grafici interattivi disponibili sul sito www.firstcisl.it.
Una classifica della desertificazione bancaria che appunto vede la Calabria all’ultimo posto, con territori completamente sprovvisti di servizi bancari tradizionali. Comuni molto popolosi come Casali del Manco, Cetraro o Mendicino in provincia di Cosenza, Cutro o Strongoli in provincia di Crotone, Mileto in provincia di Vibo, Gioiosa Ionica o Motta San Giovanni in provincia di Reggio Calabria, Chiaravalle o Gizzeria in provincia di Catanzaro, sono del tutto privi di sportelli bancari. Il 73% dei comuni in Calabria non ha sportelli bancari sul suo territorio. 11 comuni sono stati abbandonati negli ultimi 12 mesi. Il fenomeno di desertificazione potrebbe ulteriormente aggravarsi, raggiungendo rapidamente il 90% del territorio: i comuni con un solo sportello sono infatti il 17% del totale.
La desertificazione bancaria in Calabria riguarda una popolazione di 546mila persone che risiedono in comuni che non registrano la presenza di alcuna banca (56mila in più negli ultimi 12 mesi), mentre 316mila persone risiedono in comuni che hanno un solo sportello.
Dato negativo anche per le imprese a rischio senza uno sportello bancario. Ad oggi sono 27mila le imprese calabresi che hanno sede in comuni che non vedono la presenza di alcuna banca: 3.100 in più negli ultimi 12 mesi; 18mila imprese hanno sede in comuni con un solo sportello bancario.
E la carenza di servizi tradizionali non è bilanciata da un aumento di quelli digitali, visto che i calabresi utilizzano poco anche l’home banking: appena il 27% contro una media nazionale del 48%.
“Il ritmo di chiusura delle filiali bancarie in Calabria è divenuto insostenibile – commenta il responsabile di First Cisl Calabria, Giovanni Gattuso – e mette seriamente a rischio l’economia della nostra regione, in un momento decisivo rappresentato dalla messa a terra degli investimenti previsti dal Pnrr che richiedono la presenza sui territori degli intermediari bancari. La fuga dai territori, inoltre, non presenta in Calabria differenze marcate fra i grandi gruppi bancari ed il credito cooperativo, un aspetto che ci preoccupa ulteriormente in quanto cancella la grande ricchezza della biodiversità bancaria nel nostro Paese e nella nostra regione. Crediamo – conclude Giovanni Gattuso – che la situazione sia ormai così drammatica da richiedere la discesa in campo di tutti i soggetti coinvolti, anzitutto la Regione Calabria, per mettere fine alla spoliazione dei nostri già martoriati territori”.
“Tutta la Cisl – dichiara Tonino Russo, segretario generale Cisl Calabria – esprime grande apprezzamento per il lavoro qualificato della categoria che mette a fuoco una situazione gravissima non solo per i lavoratori del settore bancario. C’è, infatti, forte condivisione delle preoccupazioni per un contesto che condiziona negativamente l’economia e l’imprenditoria locale. Pieno sostegno, dunque, all’azione della First”
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