Perugina, sciopero e picchetto alla Barry Callebaut

Perugina

Sciopero di due venerdì (oggi) dei lavoratori Barry Callebaut dello stabilimento Perugina di San Sisto. Le Rsu, la Fai Cisl e la Flai Cgil Umbria hanno dato visibilità allo sciopero con un picchetto davanti allo stabilimento, insieme ad alcuni rappresentanti confederali.

La richiesta è chiara e si rivolge all’azienda e alle istituzioni: i sindacati chiedono chiarezza sul percorso per un sito, quello di San Sisto appunto, “che deve essere centrale per la multinazionale. Per questo è necessario un piano industriale che valorizzi i novanta lavoratori di questa realtà produttiva”.

Preoccupazione è stata espressa anche dalle rappresentanze della Uil, che ha manifestato con un proprio picchetto, in attesa dell’incontro, previsto con l’azienda per i prossimi giorni, che dovrebbe coinvolgere anche i vertici europei responsabili delle scelte strategiche.

Così la segretaria regionale della UILTemp Umbria, Roberta Giovannini: “Nonostante la produzione sia regolare e le commesse non sembrano mancare – continua Giovannini – ci giungono voci di chiusura o comunque di revisione delle attività produttive da parte della direzione aziendale, da cui aspettiamo chiarimenti. Come categoria che tutela lavoratrici e lavoratori in somministrazione, siamo ancora più preoccupati di questa incertezza in quanto, come spesso accade, a pagare il primo dazio sono i lavoratori stagionali e a tempo determinato. Tra i nostri iscritti, a giusta ragione, comincia a predominare una comprensibile preoccupazione sul futuro lavorativo e dunque sulla possibilità di poter continuare a garantire alle famiglie un sostegno economico”.
“Ci aspettiamo dall’Azienda – ha spiegato il segretario generale Uila Umbria Daniele Marcaccioli – rassicurazioni circa la tenuta dei livelli occupazionali nella loro totalità, in modo che, non solo i somministrati ma tutti i lavoratori che operano da tempo nell’impianto e nello stabilimento, con professionalità e dedizione, possano vedere riconosciuti tutti gli sforzi fatti quando l’Europa Barry era in difficoltà ed il sito di San Sisto ha risposto presente evadendo tutte le esigenze produttive richieste”.
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