Nonostante le crescenti incertezze nel mondo del lavoro, ottenere una laurea, in Italia, rappresenta un ottimo investimento economico. Soprattutto se si scelgono alcune facoltà specialistiche negli Atenei del nord Italia.
Lo certifica l’osservatorio JobPricing nel suo rapporto annuale, quest’anno in collaborazione con LHH Recruitment Solutions, in cui calcola il ritorno dell’investimento dell’istruzione terziaria mettendo a confronto i vari percorsi di laurea e i principali atenei.
Nonostante un sistema scolastico e formativo non certamente all’avanguardia (in Italia la spesa per istruzione ammonta al 4,3% del Pil contro una media europea del 5%), in Italia tanto più alto è il livello di istruzione, tanto maggiori sono le possibilità di occupazione e tanto migliori sono le prospettive di carriera e di guadagno. Da questo punto di vista l’istruzione terziaria rappresenta un acceleratore molto forte, come dimostrano i dati relativi alle prospettive occupazionali e salariali dei laureati: possedere una laurea, in media, consente di accedere a un salario del 45% superiore rispetto a quello di un non laureato, (in media 13 mila euro di differenza sulla RAL).
Sul podio si piazzano l’Università Commerciale Bocconi (real media 25-34 anni di 35.297 euro), il Politecnico di Milano (34.315) e il Politencico di Torino (33.244 euro).
Fanalino di coda le Università degli Studi di Verona (30.650 euro), Perugia (29.868 euro) e Cagliari (28.946 euro).
Esiste una marcata differenza a seconda del percorso di studi intrapreso (le discipline STEM sono decisamente quelle più remunerative). Ma risulta molto importante l’Ateneo in cui si sceglie di studiare: I Politecnici e le università private pagano in media di più delle università pubbliche e, a livello geografico, le università del Nord rendono di più rispetto a quelle del Sud.
Un ulteriore aspetto, molto importante da considerare, è quello che l’investimento in istruzione non è un investimento a breve termine: il cosiddetto payback si concretizza dopo diversi anni a seconda dell’ateneo e del percorso di studi, come si può vedere nella tabella sottostante ,dove gli atenei sono ordinati in funzione dell’indice di payback (cioè del tempo necessario per rientrare dell’investimento degli studi universitari, comprensivo di tasse universitarie, materiale didattico eventuali alloggi, etc.).
Commenta Alessandro Fiorelli, CEO di JobPricing: “Anche in questa edizione, ormai l’ottava dell’University rreport, si conferma che l’idea che studiare non serva è un luogo comune privo di fondamento poiché i dati ci dicono esattamente il contrario. Anzi il percorso che porta fino alla laurea risulta particolarmente premiante: si sta tratta, però, di una scelta da compiere in modo molto oculato e con estrema attenzione visto che il tipo di percorso di studi e perfino l’ateneo scelto sono fortemente impattanti in termini occupazionali, di carriera e quindi di guadagno nel medio e lungo termine”.