Vicolo della Pace, a Jesi l’accoglienza passa dall’inclusione abitativa e lavorativa

«Accogliere non è solo garantire a chi è in difficoltà una casa e un lavoro per l’inclusione, ma anche tessere legami, intrecciare culture e storie diverse per garantire un futuro equo e sostenibile per tutti»: quelle di Riccardo Volanti sono parole che mettono in luce la mission dal cuore nobile di Vicolo della Pace, cooperativa sociale di Jesi fondata insieme a Gian Emilio Genovesi, Matteo Donati e Luigi Marzocca: quattro amici accomunati dalla voglia di fare bene con l’obiettivo di favorire l’inclusione lavorativa, abitativa e sociale di persone in difficoltà, stranieri in primis, e aiutarle a trovare una casa e un lavoro.

«Quando escono da strutture come la Caritas i rifugiati devono fare i conti con tante difficoltà economiche e pregiudizi culturali nel trovare un alloggio, per non parlare di un’occupazione stabile – spiega Volanti -. La cooperativa Vicolo della Pace è nata proprio per dare un’opportunità a queste persone: in primis, le aiutiamo a trovare una stanza da condividere con altri coinquilini garantendo con una nostra fideiussione e anticipando il deposito cauzionale dei primi mesi dell’affitto. Disponiamo di sei appartamenti in città dove attualmente alloggiano una ventina di persone: ex detenuti, soggetti fragili, persone in difficoltà e ovviamente rifugiati e stranieri in uscita dai progetti di accoglienza delle Caritas e da altre cooperative sociali con cui collaboriamo da tempo. In uno dei nostri alloggi in via Vicolo della Pace, dove c’è anche la nostra sede, ospitiamo ad esempio un ragazzo nigeriano che fa il cuoco alla Caritas di Jesi e un giovane rumeno che lavora come muratore».

Oltre ad aiutare le persone a trovare una casa, Vicolo della Pace è una cooperativa di tipo B il cui obiettivo è quello di promuovere l’inclusione sociale e lavorativa: «Abbiamo costituito un’impresa edile e siamo iscritti alla Camera di Commercio – conferma Volanti -. In due anni abbiamo dato lavoro a una decina di persone e abbiamo anche tre ragazzi assunti che svolgono attività di giardinaggio e manutenzione edile, dalla tinteggiatura alla posa di cartongessi. Lavoriamo per privati, associazioni e cooperative: per noi è importante ridare dignità a queste persone tramite il lavoro».

Un’attività portava avanti senza gravare sulla collettività: «Non si tratta di lavorare per loro, ma insieme a loro, in una logica di attivazione e valorizzazione delle risorse individuali – spiega Volanti -. E soprattutto lo facciamo seguendo il fine sociale di garantire alle persone svantaggiate una casa, un lavoro e dei servizi. Il nostro è un circuito che si autoalimenta: da quando è stata fondata la nostra cooperativa non ha infatti mai ricevuto nessun fondo pubblico. Operiamo in regime privato contando solo sulle nostre risorse, ma stiamo crescendo e la nostra ambizione è diventare un punto di riferimento regionale per l’accoglienza abitativa e il reinserimento lavorativo».

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