Calendario venatorio, cinghiali, problemi della stanziale, la passione di giovani e donne: così cambia la terra dei cacciatori

Federcaccia Toscana

Non ci sono più i 250mila cacciatori che si contavano ancora negli anni Settanta, quando nelle zone rurali praticamente tutti imbracciavano la doppietta. Ma con oltre 60mila cacciatori la Toscana resta la regione dove sono più numerosi gli appassionati che proseguono questa tradizione. Un numero tenuto alto soprattutto da chi si dedica alla caccia al cinghiale, che impegna 25mila persone iscritte alle 580 squadre.

Se negli anni del Covid il numero delle licenze di porto d’armi ad uso caccia ha tenuto, nell’ultimo anno se ne sono contate circa 1500 in meno. Proseguendo un trend che vede, in media, perdere il 5% del numero dei cacciatori. E questo, nonostante ad ogni stagione acquisiscano la licenza tra i 700 e i 900 nuovi cacciatori. “Purtroppo più del doppio sono quelli che lasciano” ricorda il presidente regionale di Federcaccia Toscana, Marco Salvadori. Che spiega: “Le forti limitazioni alla migratori e le difficoltà con la stanziale, i due tipi di caccia storicamente più praticati nella nostra terra, hanno contribuito a questo calo. E poi – aggiunge – c’è l’aspetto economico, che indubbiamente influisce”.

Giovani e donne

La rinnovata passione di tanti giovani e l’interesse di molte donne per la caccia sono tuttavia fenomeni accolti con soddisfazione dal movimento. “Il fenomeno della sempre più numerosa presenza di donne nel mondo venatorio – commenta Salvadori – è molto interessante, non solo per l’apporto in termini numerici, comunque ancora limitato, anche se in forte crescita. Praticano tutti i tipi di caccia e sono molto attive anche nella cinofilia. Le donne stanno portando un contributo molto importante anche in termini di indicazioni utili. Non è un caso la loro sempre più consistente presenza anche negli organismi dirigenti di Federcaccia. Sono donne le mie due vice presidenti, Elisa Mazzei ed Elisabetta Gori”.

Gli Atc

La caccia in Toscana, poi, ha conosciuto recenti novità dal punto di vista normativo, con la modifica della legge regionale e dei regolamenti attuativi, l’ultimo dei quali entrato in vigore lo scorso febbraio. “Novità – ricorda Salvadori – che accolgono richieste formulate da noi e dal resto del mondo venatorio. La nostra idea – prosegue – è quella di dare maggiore spazio possibile agli Atc nella gestione del territorio”. La Toscana conta 15 Ambiti territoriali di caccia, i cui Comitati di gestione sono composti da 10 componenti: 3 cacciatori, 3 agricoltori, 2 esponenti del mondo ambientalista e due membri indicati dalle Istituzioni pubbliche. Una governance che, nel rispetto della rappresentatività, assegna a Federcaccia un ruolo preminente: “Spendiamo il nostro lavoro affinché tutte le realtà funzionino. Perché se per i cinghiali e la caccia di selezione le cose stanno andando bene, sulla selvaggina stanziale si va a due velocità, con la zona sud virtuosa e diversi problemi nel resto della regione”.

Per Federcaccia è importante che si rispetti il ruolo che, anche sulla base delle nuove normative, viene assegnato agli Atc, rispetto alle strutture pubbliche e private. “Su queste ultime, come le aziende agrifaunistiche – chiarisce il presidente Salvadori – finora c’è stato uno scarso controllo. Tanto che, anziché diventare luoghi per favorire la riproduzione della selvaggina di qualità, sono state utilizzate spesso per il ‘pronto-caccia’. Per le Zone di ripopolamento e cattura e di rispetto venatorio la mancanza di vigilanza è seguita al depotenziamento della polizia provinciale, seguita della legge Delrio, e per la diminuzione del numero dei volontari”.

Federcaccia chiede di intraprendere nuove strade sperimentali, magari seguendo anche esperienze positive maturate in altre regioni: “Si stanno pensando a zone sperimentali per la stanziale – spiega Salvadori – dove i cacciatori siano al tempo stesso attori e fruitori, ma in modo regolamentato. Consentendo un monitoraggio e un prelievo, appunto, regolamentato. Certo, non è semplice. Ma qualcosa va sperimentato”. Anche nell’ottica del nuovo Piano faunistico venatorio della Toscana, sul quale si inizierà a lavrare dalla fine di questa estate.

Il Calendario venatorio

Quanto al Calendario venatorio, è attualmente in fase di discussione, per essere approvato, presumibilmente, a metà luglio. In base alla bozza circolata, comunque, dovrebbe ricalcare a grandi linee quello dello scorso anno. Passato indenne ai ricorsi animalisti al Tar e al Consiglio di Stato, anche grazie alle osservazioni presentate in giudizio dalla stessa Regione Toscana e da Federcaccia regionale e nazionale. Uno dei Calendari venatori più ampi a livello nazionale, ma di cui è stata riconosciuta la correttezza giuridica.

Ci sarà in più la caccia in deroga al moriglione. Oltre a quella, sempre in deroga e contingentata, della tortora selvatica, della tortora dal collare e del piccione. Attraverso l’utilizzo dell’app, in uso in Toscana già da qualche anno. “Lo scorso anno – informa Salvadori – è stata usata da più del 10% dei cacciatori toscani per le specie in deroga. Lo scorso anno, per i 5mila abbattimenti consentiti di tortora selvatica, lo stop è arrivato già all’ora di pranzo”.

Cinghiali e Peste suina africana

Quanto ai cinghiali, tema molto dibattuto in Italia dal punto di vista economico e sanitario, la Toscana, soprattutto nella provincia di Massa Carrara, è stata tra le prime Regioni ad aver preso misure precauzionali a fronte dei casi di infezione di Peste suina africana che si sono registrati nella confinante Liguria. “La Regione – ricorda Salvadori – ha costituito una commissione che ha coinvolto gli assessorati dalla Sanità, dell’Agricoltura e dell’Ambiente. I cacciatori sono stati i primi a dare un supporto all’azione preventiva. Gli ultimi dati indicano una diminuzione degli abbattimenti di cinghiali: 70mila nell’ultimo anno, a fronte di una media di 90-100mila. Un fenomeno che si pensa sia dovuto alla minore alimentazione ed alla presenza del lupo”.

(nella foto il presidente Fidc Toscana, Marco Salvadori, con la vice presidente della Giunta regionale Toscana Stefania Saccardi)

 

 

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