Psa, da abbattere i suini degli stabilimenti non a norma entro il 26 luglio

suini

A quasi un anno di distanza dal decreto del Ministero della Salute del 28 giugno 2022 che impone di abbattere i suoni negli stabilimenti che, alla data del 26 luglio 2023, non abbiano ottemperato a garantire i requisiti di biosicurezza contro la Psa (Peste suina africana), molti allevamenti, in tutta Italia, non hanno ancora provveduto agli adeguamenti richiesti. Con divieto di introdurre nuovi suini.

Misure di sicurezza che sono diverse da quelle rafforzate previste per gli stabilimenti all’interno della zona rossa.

Con il decreto del 28 giugno 2022 si indicano infatti misure preventive per arginare i contagi, con casi di cinghiali infetti accertati ormai in molte regioni (Piemonte, Liguria, Lazio, Campania, Calabria). Costringendo gli altri territori ad alzare la soglia di guardia.

I danni per il settore suinicolo

A causa dei casi di Psa riscontrati in Italia, alcuni Paesi (Cina, Taiwan, Giappone, Svizzera) hanno predisposto limitazioni alle esportazioni. Un danno considerevole che potrebbe aumentare, considerando che lo scorso anno il settore suinicolo italiano ha effettuato esportazioni per un miliardo e mezzo di euro, di cui mezzo miliardo al di fuori dell’Unione Europea (fonte Confagricoltura).

Caccia ai cinghiali, le misure al vaglio di Governo e commissario

Il Governo e il commissario all’emergenza Psa, Caputo, ritengono che le misure di contenimento finora adottate non abbiano funzionato. In occasione del Caccia Village che si è tenuto in Umbria a maggio, il ministro Lollobrigida e il commissario Caputo hanno ribadito il ruolo di “bioregolatori” che in questo contesto deve essere assegnato ai cacciatori. Scorporando la tradizionale caccia dai contenimenti attuati per arginare l’eccessiva presenza di cinghiali e quindi l’aumento del rischio del contagio della peste suina.

cinghiali

Il commissario Caputo, in particolare, ha proposto contributi da 6 a 10 milioni di euro per le Case di Caccia, Centri di raccolta e Centri di Lavorazione Selvaggina, per un periodo di cinque anni. E di portare a 4 mesi la caccia al cinghiale finché durerà l’emergenza Psa.

Nuovi cacciatori formati in Piemonte

Intanto nei territori dove la Psa è comparsa si cerca di limitare la presenza dei cinghiali. Nell’ultimo fine settimana sono stati formati 500 cacciatori nei territori della provincia di Cuneo per spiegare loro le particolari misure da adottare per evitare che possano trasmettere la Psa, che non infetta l’uomo, ma che può essere veicolata anche attraverso scarpe, abiti, veicoli ed altri oggetti venuti a contatto con gli animali contagiati. Non a caso, i casi di cinghiali positivi in Italia sono stati riscontrati anche in aree molto lontane tra loro, facendo pensare che il contagio difficilmente sia potuto avvenire dallo spostamento di animali infetti.

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