Più del 60% del latte veneto per formaggi Dop

latte

heads of black and white holstein cows feeding on grass in stable in holland

Più del 60% del latte delle stalle del Veneto viene utilizzato per produrre formaggi Dop. Stalle meno numerose, ma più strutturate, grazie a maggiori investimenti in innovazione e benessere animale che assicurano standard qualitativi molto alti, che premiano il prodotto locale.

Questa la fotografia del settore scattata da Confagricoltura Veneto in occasione della Giornata mondiale del latte. Un settore che sta vivendo un buon momento, dopo anni difficili tra pandemia e guerra in Ucraina.

Il latte in Italia e in Veneto

L’80% della produzione di latte vaccino in Italia è concentrata in quattro regioni: Lombardia 46%, Emilia Romagna 16%, Veneto 9% e Piemonte 9%. Nella nostra regione gli allevamenti di vacche da latte sono 2.900, con oltre 260.000 capi che producono 10 milioni di quintali di latte annui, per un valore che supera i 500 milioni di euro. In Veneto più del 60% del latte è impiegato nella produzione di formaggi Dop, in primis Grana Padano e Asiago. Ma una buona quantità è dedicata al Montasio, al Piave, al Provolone Val Padana, al Monte Veronese e alla Casatella Trevigiana.

In Veneto la provincia che produce più latte è Vicenza (389.728 tonnellate), seguita da Verona (310.990), Padova (229.396), Treviso (163.465), Venezia 48.848), Belluno (52.774) e Rovigo (22.962).

Donazzolo (Confagricoltura): tutelare l’oro bianco

“Dobbiamo tutelare il settore lattiero caseario e l’oro bianco, che rappresenta una delle principali fonti di proteine nobili per una corretta alimentazione – sottolinea Diego Donazzolo,  componente della sezione lattiero casearia di Confagricoltura Veneto -. L’Italia deve convincersi della necessità di garantire l’autosufficienza in un settore che resta strategico per l’agroalimentare, non solo per i consumi di latte che si mantengono ad alto livello, ma anche per la produzione di formaggi che creano un valore aggiunto importante. In questo momento le quotazioni si mantengono a 58 centesimi al litro, dopo l’accordo siglato a inizio anno con Italatte. Una buona remunerazione, che ci auguriamo venga mantenuta. I costi, schizzati alle stelle lo scorso anno con i rincari dell’energia elettrica, del gas e dei foraggi, sono in discesa, anche se non ancora abbastanza da garantirci la tranquillità. C’è qualche preoccupazione per la lieve flessione che si denota su alcuni mercati esteri, come quello statunitense, per quanto riguarda i formaggi, ma ci auguriamo che sia un fenomeno passeggero”.

Dopo la forte emorragia di stalle degli ultimi 15 anni, con gli allevamenti veneti scesi da 7.000 a 2.900, attualmente la situazione sembra stabile: “Hanno chiuso le strutture più piccole, mentre quelle più grandi hanno aumentato il numero di capi e investito in tecnologia, riuscendo così a contenere i costi e rimanere competitive in un mercato globale sempre più complesso e mutevole”, spiega Donazzolo.

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