L’avvicinarsi dell’estate porta a mettere sempre più in evidenza il corpo. Mai come in questo momento, quindi, risulta importante avere un buon rapporto con il proprio aspetto fisico. E il tema, chiaramente, non è di solo di natura estetica. “L’aspetto determinante è quello psicologico” spiega la dottoressa Elisa Puma, medico estetico e nutrizionista, che esercita nel proprio studio di Milano, convinta che l’obiettivo ultimo della sua disciplina debba essere proprio “il benessere psicofisico della persona. La medicina estetica, infatti, rappresenta uno strumento per rallentare il processo di invecchiamento e per correggere inestetismi che creano disagio”.
Sentirsi bene con se stessi ed essere in salute, del resto, rappresentano innegabilmente fattori importanti anche nell’affrontare la vita di tutti i giorni, tanto dal punto di vista della socialità quanto sul lavoro. “L’impatto sulla qualità della vita delle persone è evidente. Avere un buon rapporto con il proprio corpo consente di rafforzare la propria autostima e di rapportarsi con gli altri con maggior sicurezza” aggiunge la dottoressa Puma, che pone l’attenzione anche sull’importanza dell’aspetto nutrizionale e in generale sull’avere corrette abitudini.
Ed è in questo tipo di contesto che si inserisce l’aumento della richiesta di trattamenti di medicina estetica, effettuati proprio con l’intento di non stravolgere il proprio corpo ma di rallentarne il progressivo invecchiamento e correggere inestetismi che creano disagio. In che modo? I trattamenti sono diversi. “La carbossiterapia, per esempio, attraverso iniezioni di anidride carbonica medicale consente di ripristinare la corretta microcircolazione, andando a porre rimedio a gonfiori ad arti e addome e alla cellulite – aggiunge il medico – Il biorimodellamento, invece, va a stimolare la produzione di collagene ed elastina, producendo ottimi risultati sul fronte del rallentamento dell’invecchiamento».
Da qui il consiglio di avvicinarsi alla medicina estetica in età non troppo avanzata. Sia perché farlo tardi renderebbe più difficile avere risultati ottimali, sia per poter procedere con azioni ad invasività minima e quindi a bassissimo rischio di effetti collaterali.
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