Stabili le aperture di nuove imprese in Italia, chiusure in aumento. E così il saldo è lievemente negativo per le imprese italiane tra gennaio e marzo. I dati Movimprese elaborati da Unioncamere – InfoCamere, sulla base del Registro delle Imprese delle Camere di commercio relative all’andamento del I trimestre del 2023, mostrano un tessuto imprenditoriale che si è ridotto complessivamente di -7.443 unità (pari a una variazione del -0,12% dello stock di imprese).
Sostanzialmente stabili le iscrizioni al Registro delle Imprese delle Camere di commercio (101.788 unità) e un notevole incremento delle chiusure rispetto allo stesso periodo del biennio precedente (109.231 unità).
Una flessione che resta tra le più contenute del recente passato e che (con l’unica eccezione del 2021, in piena pandemia) caratterizza tradizionalmente i trimestri di inizio d’anno a causa del concentrarsi delle cancellazioni sul finire dell’anno precedente e l’inizio del nuovo.
I settori
Alcuni settori vedono aumentare il numero di imprese. In particolare, nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (+2.992 imprese), le attività immobiliari (+1.571) e le costruzioni (+1.070), ancora sotto l’onda “lunga” degli incentivi all’edilizia. Sul fronte opposto ad arretrare maggiormente sono i settori del commercio (-8.806 imprese, -0,61%) e dell’agricoltura (-6.167 unità, -0,85%).
Forme giuridiche
Tra le forme giuridiche, il segmento più dinamico del nostro tessuto imprenditoriale continua a essere quello delle società di capitali, che aumenta nel trimestre di 13mila unità (pari a un tasso di crescita dello 0,69%). Una vitalità che solo in parte riesce a controbilanciare, però, il saldo negativo delle ditte individuali, che nel periodo diminuiscono di 14.389 unità (pari allo 0,47% in meno), delle società di persone (-5.068 pari a un tasso di crescita di -0,56%) e delle “Altre forme”, che fanno segnare 733 unità in meno (pari allo 0,35% in meno).
I territori
Tra le regioni, Lazio, Sardegna e Trentino-Alto Adige sono quelle che fanno registrare un saldo positivo – per quanto contenuto – rispettivamente con 1.157, 253 e 85 imprese in più. Piemonte, Sicilia ed Emilia-Romagna sono quelle che hanno chiuso il primo trimestre 2023 con il risultato peggiore in termini assoluti, rispettivamente con 1.638, 907 e 842 imprese in meno.