L’Araer ha incontrato gli allevatori dell’Alta Valmarecchia

claudio bovo

L’Araer (Associazione Regionale Allevatori Emilia Romagna) ha incontrato a Novafeltria gli allevatori dell’Alta Valmarecchia. Un appuntamento nel corso del quale sono stati illustrati agli oltre 50 allevatori di bovini da carne intervenuti gli aspetti dell’Ecoschema 1 – Livelli 1 e 2 – previsto dalla Nuova Pac.

“Siamo molto soddisfatti di aver registrato una partecipazione così ampia – spiega il direttore di Araer, Claudio Bovo (nella foto) – che testimonia non solo l’importanza di iniziative come queste, ma soprattutto il grande bisogno degli allevatori di poter fruire di una informazione chiara, in cui Araer può ricoprire il ruolo di indispensabile supporto tecnico per agevolarli nell’adozione di quanto prevede la nuova programmazione agricola comunitaria, esigenza resa ancor più cogente da una realtà territoriale che vogliamo valorizzare e non far sentire seconda a nessuno. Supporto e consulenza infatti rappresentano gli ambiti di competenza di Araer che in nessun modo intende o vuole intervenire nella gestione diretta delle aziende”.

Ecoschema 1

Classyfarm, il sistema integrato finalizzato alla categorizzazione dell’allevamento in base al rischio, è il fulcro dell’Ecoschema 1 che si esplicita in una gestione più razionale del farmaco, quindi lotta all’antibioticoresistenza, e nel miglioramento del benessere animale. Margherita Rambaldi, medico veterinario e collaboratrice di ARAER, ha illustrato alla platea presente all’incontro come si traducono i Livelli 1 e 2 dell’Ecoschema 1 e come occorre operare per ottenere i premi previsti dalla Nuova PAC, ai quali si può accedere comunque solamente dopo aver aderito al sistema Classyfarm.

“Stiamo perfezionando la convenzione con una quarantina di veterinari che, dopo aver seguito un corso ad hoc, saranno riconosciuti come veterinari valutatori – ha spiegato nel suo intervento Claudio Bovo – il cui compito sarà proprio quello di stabilire se gli allevamenti possono essere inseriti in uno dei due livelli e accedere in questo modo ai premi della Nuova PAC”.

I servizi Ararer

Nell’elenco dei servizi proposti da Araer agli allevatori dell’Alta Valmarecchia a supporto della loro attività, rientra anche quella del laboratorio di analisi che attualmente, solo per gli allevamenti di vacche da latte, effettua mediamente ogni anno qualcosa come 1,6 milioni di analisi/anno.

“Per il comparto dei bovini da carne – ha spiegato Alessandro Raffaini, coordinatore del laboratorio di analisi di ARAER – il nostro moderno laboratorio di analisi è in grado di effettuare i test per la ricerca della Paratubercolosi, della Neosporosi, della Diarrea virale bovina (BVD) e della Rinotracheite infettiva (IBR), a cui si aggiunge quello per la diagnosi precoce di gravidanza. Entro la prossima estate poi, grazie all’acquisto di uno strumento molto performante denominato NIRS, saremo in grado di effettuare le analisi sulle materie che entrano in allevamento. Quindi mangime, unifeed, fieno, farine stabilendo i livelli di grasso, proteine, ceneri, amido, fibre, Ndf e Adf. Ogni singolo risultato verrà refertato solo ed esclusivamente all’allevatore al quale, in caso di positività o presenza di valori fuori target, spetterà la decisione di come intervenire”.

“L’ampliamento dei servizi che ARAER sta mettendo a disposizione di tutti gli allevatori – ha sottolineato nel suo intervento il presidente Maurizio Garlappi – evidenzia il grande impegno che l’Associazione sta mettendo in campo da una decina d’anni a questa parte. Impegno che mai come ora deve essere forte e concreto perché mai come ora la zootecnia è nel mirino di grandi lobby che intendono distruggerla. La regia di questo scenario che noi combatteremo con tutte le armi a nostra disposizione è nelle mani di chi custodisce enormi interessi economici. Noi però possiamo portare fatti e parlare di numeri: chi dipinge la zootecnia come la causa principale dell’inquinamento globale deve ricredersi perché le più autorevoli fonti scientifiche hanno certificato che l’incidenza della zootecnia sull’ambiente non supera il 6%; analogamente, un recente studio condotto nella zona di produzione del Parmigiano Reggiano ha dimostrato che il bilancio tra emissioni e assorbimento di CO2 equivalente dovuto alle superfici coltivate a foraggio è favorevole per oltre l’11%”.

Il saluto del presidente di Coldiretti Rimini

Al termine dell’incontro, prima del pranzo offerto da Araer che ha favorito uno scambio di opinioni tra gli allevatori e i vertici dell’Associazione, non è mancato il saluto del presidente Coldiretti Rimini, Guido Cardelli Masini Palazzi. “Durante la pandemia – ha ricordato – ci era stato chiesto di produrre di più perché andava scongiurato il pericolo di vedere gli scaffali dei supermercati vuoti. Gli allevatori hanno prodotto di più e guarda caso i valori di inquinamento si erano quasi azzerati. Oggi forse non tutti si ricordano di questo particolare che particolare non è. Ma va ricordato quando qualcuno pensa che la carne sintetica sia la soluzione di tutti i mali dell’ambiente perché, e i fatti lo dimostrano, così non è”.

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