Con la reintroduzione del Patto di stabilità, più tempo per gli Stati per ridurre il debito. Ma con le nuove regole, pur in un arco temporale di quattro anni, l’Italia, rischia una manovra correttiva fino a 15 miliardi di euro l’anno. Lo 0,85% del Pil. Oppure dello 0,45% qualora si concordasse di spalmare l’azione di progressivo rientro su 7 anni.
Pur restando fermi infatti i parametri nei rapporti tra deficit e Pil, vengono infatti concessi tempi più lunghi per imboccare la strada del risanamento. Ma nella proposta di riforma del Patto di stabilità si definiscono anche le manovre correttive che ciascuno Stato dovrà attuare. In base al proprio debito pubblico.
Una condizione che per l’Italia, secondo i tecnici di Bruxelles, richiederebbe appunto un aggiustamento della manovra che potrebbe arrivare a 15 miliardi l’anno. O di circa 8 miliardi, nel caso si indicasse l’arco temporale di 7 anni.
Una condizione comunque meno dura di quanto non avverrebbe qualora il Patto di stabilità fosse reintrodotto con le attuali regole.