Nel nuovo Codice degli Appalti riconosciute le specificità dei Consorzi artigiani, che nelle prime bozze del decreto legislativo erano state assimilate ai Consorzi stabili. Sventando così, evidenziano le associazioni dell’artigianato, il rischio di estromissione dal mercato di un gran numero di imprese che attraverso i consorzi possono partecipare agli appalti pubblici.
I presidenti di Confartigianato Edilizia Marche e Cna Costruzioni Marche Enrico Mancini e Marco Rossi, nel condividere i principi del nuovo testo, sottolineano la necessità di definire un sistema di regole chiare, stabili nel tempo e di facile applicazione.
Confartigianato e Cna hanno rilevato l’esigenza di intervenire su alcuni meccanismi e disposizioni del nuovo codice al fine di favorire la partecipazione delle piccole imprese: suddivisione in lotti, regole sul subappalto e consorzi di imprese artigiane. E’ necessario introdurre vincoli nei confronti delle stazioni appaltanti per assicurare la suddivisione degli appalti in lotti funzionali e prestazionali e valorizzare la prossimità delle imprese.
Confartigianato e Cna, inoltre, ritengono opportuno reintrodurre limiti al ricorso al subappalto, almeno nell’ambito del sotto-soglia, con particolare riferimento agli appalti di minor valore, poiché obbligano l’impresa appaltatrice ad avere al proprio interno le risorse necessarie.
Da decenni i consorzi artigiani rappresentano il vero ascensore per il processo di crescita delle micro, piccole e medie imprese, il consorzio artigiano consente a migliaia di imprese di partecipare al mercato degli appalti pubblici.
L’economia generata dal mercato degli appalti pubblici ( riguardanti l’edilizia, i servizi e gli acquisti…) rappresenta il 13% del Pil europeo. In Italia, nel 2021, l’importo totale degli affidamenti sopra i 40mila euro è stato di 199,4 miliardi di euro, con un aumento del 6,6% rispetto al 2020 e del 13,4% rispetto al 2019.
Cifre importanti che danno la misura di quanto il settore pubblico può essere di impulso per la tenuta della nostra economia che è fatta di tante piccole e medie imprese, che continuano ad avere, però, evidenti difficoltà ad accedere a questo tipo di procedure. I dati dimostrano come il 67% delle procedure sia prerogativa delle imprese di maggiori dimensioni.
Analizzando le classi di importo delle gare del 2021, le micro imprese, che sono oltre il 96% delle imprese italiane, possono potenzialmente accedere solo al 17% del mercato degli appalti pubblici, e la quota che riescono effettivamente ad aggiudicarsi fatica a superare il 5% del valore complessivo.
Deve essere resa più incisiva la suddivisione in lotti da parte delle stazioni appaltanti, e va prevista una misura di tutela delle piccole imprese, anche in caso di lotto unico o di appalti con importo elevato, inserendo misure preferenziali che siano meccanismi automatici di riserva di una quota dell’appalto alle piccole imprese, su modello di quanto avviene in Francia.
In termini generali Confartigianato e Cna riconoscono lo sforzo di razionalizzazione e semplificazione della normativa ma in Commissione hanno indicato che forse sarebbe necessario, prima dell’entrata in vigore del testo, un momento di confronto con le Stazioni appaltanti e gli operatori del mercato, mancato del tutto nella fase di redazione.
La revisione dei prezzi verrà finalmente disciplinata, così come la valorizzazione delle micro e piccole imprese; Confartigianato e Cna si candidano a contribuire attivamente nella prima fase di applicazione del nuovo codice che esplicherà i suoi effetti dal prossimo primo luglio rappresentando le esigenze e le criticità ancora riscontrate dal mondo delle piccole imprese.