Motori termici: il Consorzio Italiano Biogas dice no

Biogas

Sì o no ai motori termici entro il 2035? L’Italia è assolutamente contraria, avendo a suo tempo puntato tutto sui biocarburanti. La maggioranza è pronta a dare battaglia, appoggiata dal Consorzio Italiano Biogas: “L’accordo fra l’Ue e la Germania rappresenta un brutto segnale, è una soluzione pasticciata che rischia di escluderci dal mercato” spiega a Qn Piero Gattoni, presidente dell’associazione che mette insieme oltre 800 aziende agricole associate e 200 imprese produttrici.

I biocarburanti sono combustibili ottenuti in modo indiretto dalle biomasse, da fonti rinnovabili come grano, mais, bietola, canna da zucchero e altri prodotti.

“In Italia – spiega Piero Gattoni – siamo da tempo un modello di eccellenza a livello europeo, anche perché si tratta di un settore dove è possibile una forte integrazione fra la filiera agricola del made in Italy e la produzione di combustibili sostenibili”. Il biometano consente “di essere utilizzato per arricchire i nostri terreni”. Alla pompa, rispetto al diesel classico, costa 10 centesimi in più: “Per questo stentiamo a capire le ragioni per le quali l’Europa continua ad utilizzare solo particolari criteri di valutazione che penalizzano questo combustibile”.

Il maggior produttore in Europa è Neste Oil, finlandese, nelle raffinerie di Rotterdam e Singapore. Al secondo posto c’è l’Eni, con gli impianti di Marghera e di Gela. Quest’ultimo produce 1,1 milioni di tonnellate l’anno, ma l’obiettivo è triplicare entro il 2025 e arrivare a 5 milioni entro il 2030. La quota coperta con il biometano è di 700 mila metri cubi, il 40 per cento dell’intera produzione di gas naturale utilizzato nei trasporti. “Si tratta di un settore di eccellenza, non a caso l’80% dei veicoli che usa questo combustibile si trova in Italia – aggiunge Gattoni – negli ultimi dieci anni abbiamo investito in questo settore circa 5 miliardi di euro”.

“Occorre lavorare a livello europeo per trovare nuove alleanze – spiega ancora il presidente del Consorzio Biogas – Ma il settore non è affatto finito. C’è tutto il trasporto pesante, le navi e l’aviazione. E possiamo inoltre contare sui finanziamenti del Pnrr per lo sviluppo del biogas destinato al consumo delle industrie”. Attualmente, l’Italia consuma 4,5 milioni di tonnellate l’anno di cherosene per il settore avio. Basterebbe sostituire questo combustibile per dare un futuro al settore, anche senza considerare l’auto.

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