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La Sanità pubblica in Italia? La rappresenta un quadro drammatico. Spiega tutto Giuliano della UGL: “Report Crea conferma organici svuotati, operatori sottopagati”

di Marcello Guerrieri
27/01/2023
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Qualsiasi indagine porta ormai allo stesso risultato: la Sanità pubblica in Italia è in grande difficoltà sia dal punto di vista degli organici che da quello delle retribuzioni. Il panorama drammatico che sembra far scivolare la sanità verso il settore privato con tutto quello che poi rappresenta. “Non c’è da sorprendersi per il quadro drammatico del SSN italiano che emerge dal 18esimo Rapporto Crea” dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute. “E’ da lungo tempo che denunciamo carenza di risorse e di personale” – prosegue il sindacalista – “che condannano le politiche messe in atto dai Governi precedenti, miopi e pronti a sforbiciare sulla sanità per cercare di tappare le falle di bilancio. Così oggi il compito di ripartire è gravoso, ma è imprescindibile farlo operando scelte coraggiose. I ricercatori del Crea sottolineano come l’Italia dovrebbe investire 30,5 miliardi per mettersi alla pari con gli organici di professionisti sanitari delle altre nazioni europee. Nel dettaglio in Italia, rispetto alle medie Ue, se si considera la popolazione al di sopra dei 75 anni potrebbero mancare circa 30mila medici e per il riequilibrio se ne dovrebbero assumere almeno 15mila ogni anno per i prossimi 10, tenendo presenti le dinamiche annuali di pensionamento. Assolutamente drammatica la carenza di infermieri: ne servirebbero in tutto 30-40.000 l’anno (anche qui considerando i pensionamenti). Un quadro – dice ancora il Segretario Nazionale della UGL Salute – reso ancora più critico dalla disaffezione che si sta mostrando verso le professioni sanitarie. Queste non risultano più attrattive per i giovani che si avviano alle carriere universitarie che apriranno poi le porte sul mondo del lavoro. Ai rischi costanti di incolumità fisica si somma l’inadeguatezza degli emolumenti rispetto ai colleghi delle altre nazioni: i medici in media guadagnano un 6% in meno mentre gli infermieri intorno al 40%. Non c’è da sorprendersi, allora, se gli organici subiscono anche la fuga di operatori al di là delle frontiere alla ricerca di stipendi più dignitosi e condizioni di lavoro migliori. Siamo coscienti di come il Ministro Schillaci stia cercando gli strumenti giusti per ripartire. Servono risorse, certamente, ma anche un’analisi capillare dei reali fabbisogni utile anche per eliminare sprechi ormai consolidati e fermare, dove ce ne sia contezza, gli episodi di malaffare legati molto spesso alle esternalizzazioni. Bisogna trovare, in accordo, soluzioni, per evitare il collasso completo del SSN” conclude Giuliano.

Tags: CreaGiulianoLaziopubblicaSanità
Marcello Guerrieri

Marcello Guerrieri

Esercita la professione di giornalista da oltre trent’anni: ha esordito con la cronaca locale per la redazione ternana de il Messaggero, per la quale ha anche curato, per un lungo periodo, pure gli aspetti sindacali ed economici delle aziende della provincia di Terni. Collabora tuttora col giornale romano. Ha seguito sin dall’inizio, l’evoluzione dei nuovi media, curando numerosi siti come quello di “Terninrete”

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