Vino, così il mercato in Germania Le tendenze al consumo dei prodotti italiani nel focus del Wine Monitor di Nomisma

Nel canale off-trade tedesco i vini italiani nel 2022 hanno performato sotto la media, le vendite soffrono sia a volume che a valore, l’unica categoria che cresce sono i rosé fermi in cui l’Italia fa bene, +5% a valore e +6% a volume.

Il sondaggio Wine Monitor Nomisma

Wine Monitor ha analizzato i comportamenti dei consumatori tedeschi attraverso un sondaggio che ha preso in esame un campione di 1000 consumatori di vino tedeschi.

In Germania la consumer base del vino è molto ampia, oltre 20 milioni di persone tra i 18 ed i 65 anni consumano vini, i frequent user (che consumano vino almeno 1 volta a settimana) sono il 16%.

L’interesse per il vino aumenta al crescere dell’età, i Millennials e soprattutto la Gen Z lo consumano prevalentemente fuori casa e preferiscono il vino mixato, molto diffuso in Germania.

I tedeschi scelgono quale vino acquistare in base alla presenza di sconti e promozioni (18%) e al prezzo basso (18%). Inoltre l’attenzione al fattore prezzo è più alta tra i giovani della Gen Z (25%).
È da sottolineare che il 40% dei consumatori per festeggiare eventi e ricorrenze preferisce acquistare vini di fascia premium.

I tedeschi ritengono che il vino di maggiore qualità provenga in primis dalla Germania, poi dalla Francia ed in terza battuta dall’Italia.
Il 54% dei tedeschi ha bevuto Prosecco nel 2022 soprattutto in casa, poi Lambrusco (38%), Chianti Classico (34%), Montepulciano (26%) e Primitivo (24%).

L’andamento nel 2023

Quanto all’anno in corso, il monitoraggio non sembra fornire buone prospettive. I vini che soffriranno meno saranno gli entry-level e quelli sostenibili con attributi green. Le contrazioni previste nel consumo di vino saranno legate a questioni economiche, anche se i vini italiani dovrebbero soffrire meno die loro competitor.

Le forme di promozione

Quanto alle promozioni, si ritiene che in Germania le formule più efficaci siano le degustazioni nei supermercati ed enoteche (38%), degustazioni in ristoranti/wine bar (35%), programmi di cucina in TV (23%), canali online e social media (18%), fiere ed eventi in presenza(17%).

 

Massimo Sbardella

Massimo Sbardella

Giornalista professionista, dopo gli inizi in ambito televisivo ha iniziato a lavorare per quotidiani e periodici regionali e nazionali, in particolare nel settore politico-economico. Ambito nel quale ha realizzato anche approfondimenti e monografie. Si è poi specializzato nei nuovi media digitali, curando anche la comunicazione di manifestazioni internazionali. Da anni svolge docenze e partecipa a progetti per trasmettere nozioni di tecnica e deontologia giornalistica, e della comunicazione in generale, alle nuove generazioni.