Sorpresa! Negli ultimi cinque anni, un boom di investitori stranieri per le cantine della Sardegna.

Una volta l’attenzione degli investitori stranieri interessati alla vitivinicultura si appuntava soprattutto sulla Toscana. Negli ultimi cinque anni però c’è stata la piacevole sorpresa della Sardegna, che ha visto proliferare nuove cantine, con il capitale straniero a spingere su investimenti. Una tendenza che ha sparso serenità nell’ambito del settore che ha conosciuto anche delle forti crisi. Insieme alle cattive notizie, allora, anche quelle buone, quelle degli imprenditori stranieri che hanno investito nei vigneti della costa. Sono emerse nuove cantine, alcune delle quali sono seguite direttamente da me come enologo. Si può già parlare di un piccolo boom negli ultimi cinque anni”. Andrea Pala, giovane enologo gallurese che lo scorso anno è stato eletto il migliore d’Italia, disegna un quadro complesso e in grande evoluzione per il mercato del vino in Sardegna: “L’immagine positiva dell’isola come popolare meta di villeggiatura con la sua natura incontaminata fa la sua parte in questa nuova tendenza imprenditoriale. Inoltre, i prezzi per ettaro qui in Sardegna sono relativamente bassi e quindi investire qui ha dei vantaggi. La maggior parte degli imprenditori non acquista vigneti esistenti, ma pianta nuove viti. Mentre in altre regioni le cantine si stanno spostando a quote più elevate con i nuovi impianti, in Sardegna si può osservare il contrario. Qui cercano la vicinanza del mare. E questa potrebbe essere la decisione giusta a lungo termine. I vigneti beneficiano della brezza costante, le uve sono sane e hanno proprio quella salsedine, il che li rende così interessanti”.
Il clima, però, ha modificato anche un prodotto che negli anni è diventato sempre più alcolico e concentrato: L’anno scorso il raccolto è stato molto ridotto a causa delle gelate tardive. In generale, però, la qualità dei vini sardi, specie quelli delle piccole e medie imprese, è notevolmente aumentata. Pala, malgrado la giovane età, vanta collaborazioni di grande prestigio, qualcuno parla già di un enologo dei vip perché dietro i suoi vini spesso ci sono cantine di proprietà di importanti gruppi, soprattutto quelli della moda. Lavora principalmente in Sardegna ma il suo nome è una garanzia anche in Lazio, Calabria, Campania, Franciacorta, Marche e Toscana.
Le due isole maggiori, peraltro, oggi stanno guardando a sistemi di produzione alternative a quelle convenzionali: “Sempre più viticoltori in Sardegna stanno passando al biologico. Anche perché è molto più facile fare a meno dei prodotti chimici rispetto ad altre regioni. Ci sono molte cantine che hanno anche la certificazione biologica, ma ce ne sono anche alcune che non vogliono un’etichetta biologica per motivi culturali. In particolare, le cantine più piccole temono la burocrazia che accompagna il processo di certificazione”.
Pala è espressione di quella nuova generazione che sta modificando profondamente la viticoltura in Sardegna: “Molti vigneti che in precedenza erano coltivati a margine sono stati rilevati dai successori. I giovani non vendono più le loro uve alle cooperative vinicole, ma si stanno costruendo un futuro in proprio anche dal punto di vista commerciale. La nuova generazione di produttori di vino apprezza la qualità e la coltivazione sostenibile. Anche per questo motivo la Sardegna ha fatto passi da giganti in un contesto che fino a qualche decennio fa ci considerava arretrati dal punto di vista enologico. Oggi siamo tra le ragioni più interessanti d’Italia. Lo dimostrano i tanti premi che i nostri vini ricevono nei più importanti concorsi nazionali e internazionali”.

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