Avvocato Luigi Parenti: “Così ci si può difendere dalle notifiche errate di Equitalia”

L’arrivo di una notifica da parte dell’Agenzia delle Entrate, soprattutto in un momento complesso dal punto di vista economico come quello attuale, rappresenta uno spettro per i cittadini italiani. Una multa non pagata, un errore nella dichiarazione dei redditi o un debito dimenticato possono trasformarsi in problemi non di poco conto se trascinati nel tempo, perciò è bene non sottovalutare le comunicazioni e allo stesso tempo non farsi prendere dal panico. “Oggi sono disponibili diversi strumenti che permettono ai cittadini di tutelarsi e di impugnare i provvedimenti che ritengano errati o illegittimi” spiega l’avvocato Luigi Parenti, patrocinante in Cassazione e titolare dell’omonimo storico studio legale a Roma con sede anche a Milano.

In questo senso va innanzitutto citata l’autotutela, strumento discrezionale a disposizione dell’Agenzia stessa. “Si tratta di un potere di autocorrezione, che generalmente appartiene all’Ufficio che ha emanato l’atto, e – sottolinea il legale – può essere posto in essere autonomamente o su richiesta del contribuente che indicherà l’atto e i motivi”. Un altro strumento a disposizione è poi l’accertamento con adesione, che si svolge in contraddittorio e vede quindi come parti attive sia il cittadino sia l’Agenzia delle Entrate. “L’obiettivo è vedere ridotta la sanzione ad un terzo del minimo edittale” aggiunge l’avvocato Parenti, specificando come lo strumento possa essere applicato a tutte le tipologie di reddito e a tutte le fattispecie accertative”. Nel caso in cui venga presentata tale istanza, quindi, si sospende il termine per ricorrere di 90 giorni, a condizione che la presentazione sia avvenuta prima del decorso.

Il terzo strumento disponibile è la mediazione tributaria, che si esperisce prima di aver incardinato il contenzioso tributario ed è applicabile alle controversie di valore non superiore a 20.000 euro relative a tutti gli atti impugnabili e fino a 50.000 euro relative agli atti impugnabili notificati dopo il primo gennaio 2018. “Lo strumento per eccellenza di cui il cittadino dispone, tuttavia, è il reclamo per instaurare un ricorso tributario, che può riguardare solo gli atti dotati di tre requisiti: emessi dall’Agenzia delle Entrate, con valore della controversia non superiore a 20.000 euro e notificati dopo il primo aprile 2012” aggiunge l’avvocato Parenti, sottolineando come “il ricorso debba essere proposto entro 60 giorni dalla notifica della cartella (con sospensione nel periodo feriale dal 1 al 31 agosto dal 2015), o 90 giorni dalla data di presentazione della richiesta per le domande di rimborso cui l’Amministrazione non abbia dato risposta” e che debba “essere notificato anzitutto all’ufficio che ha emesso l’atto contestato”. Il cittadino, quindi, non è indifeso davanti all’arrivo di cartelle e notifiche di Equitalia, ma deve sapere come muoversi. “Per questo – conclude il legale – il consiglio è di rivolgersi a professionisti specializzati, che siano in grado di illustrare quale sia la situazione specifica e in quali modi ci si possa muovere”.

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