Tar, modifiche al Calendario venatorio

caccia zone umide

Rinviare l’apertura generale della caccia al 21 settembre, il giorno successivo al pronunciamento del Tar sulla sospensiva accordata alle associazioni ambientaliste per molte specie. Oppure attendere il 20 e poi deliberare di conseguenza. O ancora, riscrivere il calendario venatorio fissando al 1° ottobre la caccia alle specie Quaglia, Beccaccia, Alzavola, Marzaiola, Germano reale, Beccaccino, Canapiglia, Codone, Fischione, Folaga, Frullino, Gallinella d’acqua, Mestolone, Porciglione, Tordo bottaccio, Tordo sassello, Cesena, Fagiano e Starna, come da parere dell’Ispra che, pur non vincolante, è stato al momento accolto dal presidente del Tar, come da ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste Wwf, L.I.P.U. Legambiente, L.A.V., L.A.C. ed Enpa.

Sono le ipotesi su cui saranno chiamate a confrontarsi lunedì mattina le associazioni venatorie, convocate dall’assessore della Regione Umbria Roberto Morroni. Che chiede di trovare una “soluzione condivisa”. Così come, ribadisce, è stato per la definizione del Calendario venatorio, “che si ricorda essere stato approvato dalla Giunta Regionale con il consenso unanime di tutte le associazioni venatorie e con il parere favorevole della Terza Commissione dell’Assemblea legislativa”.

Un messaggio alle associazioni venatorie, ma anche alla politica, quello di Morroni.  Che non vuole essere additato come il solo responsabile della situazione che si è creata alla luce del pronunciamento del Tar, che appunto ha sospeso sino al giudizio di merito (fissato per il 4 ottobre) la caccia alle specie per le quali l’Ispra chiede un’attenzione particolare.

L’istanza di revoca dello stop presentato da Regione, Federcaccia è stata bloccata, anche se l’Avvocatura regionale si riserva di presentarne una nuova. Ma ha anticipato al 20 settembre il giudizio sulla sospensiva, per il quale si è costituita anche Libera Caccia, che ha presentato un suo intervento in opposizione alle tesi ambientaliste. Giudizio, quello del 20 settembre, che, in caso di esito favorevole per Regione e cacciatori, sposterebbe di fatto l’apertura generale di soli tre giorni. Lasciando poi alla seduta del 4 ottobre il giudizio di camera di consiglio sul merito del ricorso, che a quel punto riguarderebbe le date di chiusura della stagione venatoria per alcune specie, contestate dalle associazioni ambientaliste.

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