Diesel e gas, il prezzo cresce ma i rimborsi non arrivano

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Con il petrolio che torna a salire, anche a causa della crisi energetica creata dalla guerra in Ucraina, i prezzi alla pompa del diesel si sono subito adeguati al rialzo. Cosa che non avveniva quando il Brent era in flessione segno della speculazione nel mercato dei carburanti in Italia.

Ma intanto le imprese di autotrasporto attendono invano il bonus promesso ormai mesi fa dal Governo, dopo la sottoscrizione del protocollo con la vice ministra Bellanova.

“Non ci sono più parole per rappresentare l’assurdità di questa situazione – commenta la portavoce di Ruote Libere, Cinzia Franchini – in un contesto di calma piatta irreale. Le associazioni silenti da oltre un mese, la vice ministro impegnata in campagna elettorale completamente disinteressata ai problemi dell’autotrasporto, gli autotrasportatori rassegnati al loro destino. I 500 milioni che avrebbero dovuto compensare l’eliminazione dei rimborsi accise per i mezzi Euro 5 ed Euro 6 quando arriveranno non serviranno neppure a compensare il mancato rimborso ordinario delle accise del secondo e terzo trimestre e con l’umiliante meccanismo del click day, probabilmente non verranno accettate diverse domande”.

Non è immune alla speculazione il prezzo del gas naturale liquefatto, che quotidianamente raggiunge nuovi record. “Penalizzando così ancora una volta – aggiunge Franchini – quegli imprenditori che hanno investito in mezzi ecologici. Lo stop alle speculazioni deve andare di pari passo con una politica che promuova concretamente la fine del conflitto in Ucraina. E’ evidente infatti che l’aumento dei costi dell’energia è legato solo parzialmente alla risposta della Russia alle sanzioni dell’Europa, ma in questo momento a fronte di una dipendenza ancora alta dell’Italia rispetto al petrolio e al gas proveniente dall’Est, occorre mettere da parte ogni demagogia e cercare soluzioni che consentano alle imprese e alle famiglie del nostro Paese di sopravvivere. L’autotrasporto potrebbe essere il primo settore a crollare, ma, senza una pacificazione collegata a un immediato stop alle speculazioni, a cascata potrebbe rovinare l’intera economia italiana”.

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