Coldiretti Toscana contro le nuove tecnologie applicate al cibo

Carne “coltivata” in vitro, uova covate senza galline, miele senza il volo delle api, latte senza mucche e tanto altro: sono alcune delle sfide che alcune multinazionali stanno provando ad abbattere per portare sulle nostre tavole il cibo fatto in laboratorio. L’ultima arriva da una nuova startup israeliana che promette, sull’onda dello slogan “Real dairy. No cows”, di fare “veri” latte e formaggi senza l’aiuto delle mucche. Un annuncio che ha scatenato la reazione di Coldiretti Toscana che lo scorso dicembre aveva lanciato in occasione dell’evento tenutosi a Firenze “Il cibo che verrà. No all’alimentazione sintetica”, campagna contro la carne che non è carne prodotta in laboratorio all’interno di un bioreattore.

La Toscana è in prima linea per difendere agricoltori, allevatori e consumatori dalla deriva del cibo artificiale che alcune multinazionali vorrebbero introdurre sul mercato giustificando la produzione in fabbrica di carne, latte, uova, miele come necessari per salvare il pianeta o contrastare i cambiamenti climatici. Ma è un grandissimo inganno che rischia di sconvolgere in maniera irreversibile il sistema agroalimentare globale, imponendo l’omologazione dei cibi e spingendo i consumatori verso un modello di dieta artificiale”. A dirlo è Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana. “Consentire la commercializzazione del cibo prodotto in laboratorio significa decretare la fine dell’agricoltura e degli agricoltori, dei nostri allevamenti, della biodiversità, delle tradizioni locali e della cura del territorio che i contadini garantiscono attraverso il loro operato quotidiano. Si vuole tagliare il millenario filo conduttore che esiste tra gli agricoltori e la terra, tra piccole e medie imprese e produzione di cibo naturale”.

Coldiretti è certa di avere dalla sua parte i consumatori: il 95% non mangerebbe carne sintetica. “Sono i cittadini il nostro più forte alleato, con loro dobbiamo fare un patto per difendere la nostra agricoltura da chi vorrebbe fare a meno di coltivare campi ed allevare animali per produrre carne, formaggi e uova. Quanti più consumatori continueranno a mangiare il vero prodotto Made in Italy, tanto più grandi saranno le chance di vincere questa battaglia. L’alternativa è un futuro dove i menu saranno preparati nei laboratori chimici e le mucche le vedremo solo allo zoo. Non lo consentiremo mai”. Secondo il sondaggio Ixe’ per il Centro Studi Divulga, il 68% degli italiani non si fida delle cose non naturali mentre al secondo posto ci sono i consistenti dubbi sul fatto che sia sicura per la salute (60%). Rilevante anche la considerazione che la carne artificiale non avrà lo stesso sapore di quella vera (42%) ma c’è anche chi teme per il suo impatto sulla natura (18%).

Per Coldiretti Toscana il cibo fatto in laboratorio è un affare per pochi e gli investimenti lo stanno dimostrando. In questo settore negli ultimi anni hanno investito i protagonisti del settore hitech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems). “Dietro le multinazionali che stanno investendo sul cibo fake ci sono alcuni dei principali player del web e dei social. È chiaro che così possono influenzare le nostre scelte più facilmente e promuovere con fondi illimitati i loro prodotti”.

Esempio lampante è quello della carne artificiale dove solo nel 2020 sono stati investiti 366 milioni di dollari, con una crescita del 6000% in 5 anni. Coldiretti ha smontato le bugie celate dietro la presunta bistecca green, che in realtà non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri.

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