Grano, in Veneto la produzione calerà del 20%

La siccità, con il caldo anticipato di maggio e l’assenza di precipitazioni, causerà un calo della produzione di grano duro e tenero in Veneto del 20%, anche se la qualità al momento appare buona. Il conflitto in Ucraina, con i cereali fermi nei porti, sta spingendo invece i prezzi al rialzo, sebbene rimanga il problema degli alti costi di produzione.

Chiara Dossi, presidente della sezione cereali alimentari di Confagricoltura Veneto e titolare di un’azienda cerealicola, ha spiegato che la raccolta “verrà iniziata tra qualche settimana, meteo permettendo. Se il caldo intenso sopra i 30 gradi continuerà, potremmo essere costretti ad anticipare i tempi, ma per una maturazione ottimale sarebbe preferibile raccogliere alla fine del mese. Il grano ha sofferto la lunga assenza di piogge, che ha causato uno stress idrico alle piante. Quando è stato possibile siamo intervenuti con irrigazioni di soccorso, ma alcuni frumenti seminati hanno comunque presentato uno sviluppo ridotto. In questi giorni sono previste precipitazioni, ma ormai il danno è fatto. Si prevede comunque una buona qualità, augurandoci che nel frattempo non arrivino bombe d’acqua o grandinate”.

Le quotazioni sono in aumento. Secondo l’indice della Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, in un anno i prezzi dei cereali sono saliti del 56%. Negli anni passati l’Ucraina esportava 5 milioni di tonnellate al mese: “oltre al blocco delle navi nei porti ci sarà il problema delle semine, che nelle zone interessate dalla guerra non saranno possibili. Questa carenza sta spingendo in alto i prezzi, ma potrebbe non essere un bene perché, soprattutto per il mais, potrebbe esserci un calo negli acquisti. Resta il problema dei costi di produzione, che in questi primi mesi del 2022 si sono impennati. L’irrigazione è diventata quasi un lusso, dato il balzo del 50% dell’energia, così come i fertilizzanti, rincarati del 30%”.

La superficie coltivata a frumento tenero nel 2021, in Veneto, è salita a circa 95.300 ettari, con un balzo in avanti del 12 per cento (dati di Veneto Agricoltura). Rovigo si conferma la prima provincia per superficie con 25.100 ettari (+7,5 per cento), seguita da Padova (21.500 ettari, +19), Venezia (17.400 ettari, +11,8) e Verona (15.200 ettari, +9,2). Per quanto riguarda il frumento duro la superficie regionale è di 15.000 ettari, con un + 42 per cento nel 2021 dopo il calo registrato nell’anno precedente. Rovigo è in testa con il 65 per cento delle superfici coltivate a livello regionale, pari a circa 9.700 ettari (+46,7 per cento), seguita da Verona (2.100 ettari, +30,4) e Padova (1.700 ettari, +36,6).

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