Peste Suina Africana, Confagricoltura Piacenza chiede provvedimenti

Ha partecipato anche il presidente di Confagricoltura Piacenza Filippo Gasparini all’incontro tenutosi lunedì 6 giugno sul contenimento e il controllo della fauna selvatica, in particolare l’eradicazione dei cinghiali per mettere in sicurezza il territorio. All’appuntamento, convocato dal consigliere provinciale delegato all’agricoltura, Giampaolo Maloberti, erano presenti anche la responsabile dalla comunicazione di Confagricoltura Piacenza dottoressa Elena Gherardi e i due consulenti, il dottor Giovanni Marchesi e l’Avvocato Livio Podrecca. Quest’ultimi hanno steso il documento in cui si chiede al commissario Straordinario per la Psa un piano di eradicazione dei cinghiali.

“Riceviamo segnalazioni di una situazione fuori controllo, sono pericolosi per la sicurezza e per gli stessi animali che si ammalano e si contaminano” dice la presidente dell’amministrazione provinciale Patrizia Barbieri. Luigino Mondani, presidente dell’Atc 10, ha detto: “a Zerba e Ottone la caccia è vietata mentre è ammessa la selezione. Con la caccia mediamente in un anno vengono abbattuti 400 cinghiali, se stiamo fermi si moltiplicheranno ancora e verrà rasa al suolo anche la poca agricoltura che c’è”. Tutti hanno convenuto sul fatto che il piano di contenimento del cinghiale limiti notevolmente la caccia e le modalità di abbattimento, ottenendo l’effetto contrario alle sue finalità.

Per Gasparini “con le nuove regole avremo sul territorio oltre 1000 cinghiali in più, il nostro paese era un punto di riferimento scientifico per il controllo delle malattie, oggi abbiamo il botulino in stalla e non possiamo vaccinare. Quando c’era la Tbc si procedeva con l’abbattimento totale dei capi in stalla, analogamente oggi con la Psa deve essere abbattuta la popolazione dei cinghiali, invece si dispone di andare senza fucili alla ricerca delle carcasse adducendo falsamente che la caccia movimenti gli animali, mentre questi si muovono alla ricerca di cibo e il fenomeno migratorio si manifesta comunque facendo spostare i focolai. Si pensa che la fauna selvatica vada protetta perché è a rischio di estinzione, invece i cinghiali sono talmente numerosi che diventano un pericolo per la sanità della specie. I cacciatori sono un’arma insostituibile perché procedono con perizia e capacità, solo l’esercito potrebbe fare altrettanto”. Il presidente di Confagricoltura Piacenza propone che venga istituito un centro di referenza e controllo delle malattie degli animali selvatici convertendo il centro di referenza sul benessere animale di Brescia.

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