Dati Excelsior: occupati in Umbria in aumento ad aprile

Giorgio Mencaroni

Aumenteranno gli occupati nelle imprese umbre dell’industria e dei servizi, sia ad aprile 2022 sia nel trimestre aprile-giugno. Saremo però sotto la media nazionale e, alla fine del trimestre, l’Umbria sarà tra le sette regioni italiane che non avrà ancora raggiunto il ritmo delle entrate al lavoro precedente alla pandemia del 2019 (a livello nazionale tale livello sarà superato del 3,5 per cento).

Questi dati arrivano dall’approfondimento del sistema informativo Excelsionr, che si basano su un grande e continuo monitoraggio del sistema delle imprese: sono state coinvolte 110 mila aziende, che esprimono le loro previsioni sugli ingressi al lavoro nei mesi successivi.

Ad assumere sarà l’11 per cento delle imprese umbre (in media con i dati nazionali), 10,4 per cento per i laureati contro il 14,6 per cento del dato italiano. Quasi metà delle imprese non riesce a trovare le persone di cui ha bisogno. Per quel che riguarda i giovani fino a 30 anno, sarà il 29 per cento delle chiamate al lavoro. Per quel che riguarda i laureati, nel Centro va bene solo il Lazio (20,6 per cento); Toscana al 10,8 per cento, Umbria e Marche chiudono la graduatoria. Ad aprile, il 48 per cento delle imprese umbre segnala difficoltà a reperire personale contro il 40 per cento della media nazionale.

Sempre ad aprile, le aziende di industria e di servizi, in Umbria, chiameranno al lavoro 4.260 persone, 640 in più rispetto ad aprile 2021, con un aumento del 17 per cento contro il +20,3 per cento nazionale, ma al Centro siamo al +18 per cento. Se guardiamo al trimestre aprile-giugno, però, l’Umbria allargherà considerevolmente il divario con la media nazionale e del Centro. Nel trimestre, infatti, le imprese dell’Umbria assumeranno 15mila persone, +3.020 rispetto allo stesso trimestre 2021, con un aumento del 24,7%, contro il +40,3% della media italiana e il +38,6% del Centro. Un trimestre, quindi, che non permetterà all’Umbria di riguadagnare il trend di crescita delle chiamate al lavoro del 2019: la regione, facendo il confronto con lo stesso trimestre pre-pandemia del 2019, accusa infatti -6,2% rispetto al 2019, contro il +3,5% della media italiana e +0,5% del Centro.

Le regioni che nel trimestre appaiono ancora sotto i dati 2019 sono, oltre all’Umbria, Friuli Venezia Giulia (-7,5%), Basilicata (-5,6%), Lazio (-0,5%), Molise (-0,4%), Piemonte e Lombardia (entrambe -0,2%).

Nel trimestre, le maggiori opportunità di essere chiamati al lavoro vanno al settore Servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici (980), Commercio (580), Servizi alle persone (470), Costruzioni (360) e Servizi di supporto alle imprese e alle persone (330). Le assunzioni saranno stabili nel 25 per cento dei casi, quindi con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, nel 75 per cento dei casi saranno a termine. Per il 67 per cento si concentreranno nel settore servizi e per il 72 per cento nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Il 15 per cento sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota al di sotto di quella nazionale (20 per cento).

“Gli ultimi dati del Sistema Informativo Excelsior – afferma il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni – ci consegnano un quadro di ripresa post-pandemia, insieme a nodi strutturali che la regione si porta dietro da anni. La ripresa occupazionale si potrà ulteriormente irrobustire, e produrre un slancio occupazionale di maggiore quantità e qualità, se le misure espansive messe in campo a livello europeo, nazionale e regionale produrranno quell’aumento di produttività che è la chiave della crescita, generando più investimenti aziendali innovativi, più spinta a crescere, più buona occupazione”.

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