E’ stato Sauro Pellerucci, presidente di Pagine Sì!, a introdurre l’appuntamento conclusivo della Mostra “ Economia Fraterna “ inaugurata il 19 marzo al PalaSì! di Terni.
Ha ribadito alcuni dei concetti fondamentali espressi nel momento della inaugurazione, sottolineando che la “buona” economia deve essere sempre sostenibile e fraterna. Si costruisce insieme ai tanti compagni di viaggio: i collaboratori, i fornitori, i dipendenti e tutti gli altri portatori di interessi. I quattro cardini sui quali deve poggiare un’impresa che voglia essere socialmente responsabile sono l’etica, l’inclusività, la resilienza e la generatività. E come esempio Sauro Pellerucci ha citato il comportamento del Cav. Giovanni Arvedi nelle sue prime intenzioni espresse in merito al rapporto tra l’Ast e la città di Terni, sottolineando come anche per lui i quattro pilastri siano davvero importanti.
Oreste Bazzicchi, docente di Filosofia Sociale ed Economica alla Pontificia Facoltà Teologica S. Bonaventura di Roma ha sottolineato nel suo intervento come dal pensiero francescano “nasca la necessità di coniugare un’economia sociale con la realizzazione dei Monti di Pietà.” Il motivo unificante di un percorso su cui si basa la Mostra dell’Economia Fraterna si realizza proprio in un significativo cortometraggio dal titolo “Cantico Economico“.
Il Vescovo di Terni, Narni, Amelia, Mons. Soddu, oltre ad esprimere apprezzamento per la qualità e la profondità del cortometraggio proiettato nel corso dell’appuntamento, ha auspicato che venga fatto vedere agli studenti universitari, in particolare di Economia ma anche a quelli delle scuole medie superiori. Mons. Soddu durante l’intervento ha fatto riferimento poi a sue esperienze passate, che hanno visto sempre una distinzione tra la carità e l’elemosina, ricordando ai presenti di aver avuto un ruolo di dirigente a livello nazionale nella Caritas Italiana. E qui il Vescovo ha voluto partecipare ai presenti uno dei momenti vissuti in terra irachena, quando, dialogando con il vescovo di Mosul, città martire della guerra, si è sentito dire da quest’ultimo “ che la comunità internazionale di fronte ad eventi tragici si gira dall’altra parte, essendo solo un coacervo di interessi finanziari “.
Fra Felice Autieri del Sacro Convento di Assisi è tornato a parlare dell’esperienza francescana, motrice della costituzione dei Monti di Pietà, i primi organismi che coniugavano una distribuzione della ricchezza per chi si trovasse in situazioni indigenti ma anche per coloro che avessero voluto avviare un’impresa. Ha tratteggiato poi la figura di un grande frate francescano ternano, Fra Barnaba Manassei, il quale applicò le intuizioni di San Bernardino da Feltre sui Monti di Pietà, facendoli diventare strumenti per il decollo dell’economia. Gran parte della spinta al rinnovamento del Trecento e poi del Rinascimento, ha aggiunto Fra Felice Autieri, è stato anche merito della diversa distribuzione della ricchezza, che ha contribuito ad innalzare il livello di vita di tantissime persone. Fra Felice infine ha evidenziato come il movimento francescano non alimentò più nell’Ottocento un’esperienza che era arrivata al capolinea ma che aveva germinato frutti dal momento che i Monti di Pietà vennero sostituiti dai Crediti Cooperativi e dalla Casse di Risparmio, anch’esse propense allo sviluppo dell’imprenditoria locale.
Fabio Bonanni infine ha illustrato l’esperienza del Telefono Arancione, creato dall’Associazione San Giuseppe Imprenditore per soccorrere gli imprenditori in difficoltà, facendo loro capire le dimensioni degli errori e cercando insieme le vie d’uscita. Tutto questo per rompere un isolamento che avvolge l’imprenditore in difficoltà creandogli disagi sia a livello economico che familiare.
Sauro Pellerucci nelle sue conclusioni ha più volte citato il ruolo e le finalità dell’Associazione San Giuseppe Imprenditore, ribadendo che nei casi di difficoltà ha saputo ulteriormente esprimere quel solidarismo cattolico incentrato sulla speranza e sulla ripresa di un percorso volto a caricarsi di ogni problema dell’imprenditore e non solo di quelli dell’azienda.