Niente accordo sul prezzo del pomodoro, importazioni +40%

La guerra in Ucraina ha fatto lievitare i costi delle materie prime e dell’energia scatenando un pericoloso effetto domino sull’economia italiana ed europea. In aggiunta a questo, il mancato accordo sul prezzo del pomodoro per pochi centesimi al chilo sta mettendo a rischio la produzione di salsa e passate Made in Italy. C’è la possibilità di non poter reperire uno dei prodotti più diffusi in cucina per condire pasta, carne e pizza, come dice il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Si tratta di un prodotto di punta della tradizione italiana, il Belpaese è ai primi posti nel mondo per polpe e trasformati, nel 2021 ha coltivato oltre 71mila ettari a pomodoro per un raccolto di oltre 6 miliardi di chili garantendo gli approvvigionamenti alle famiglie. Nella provincia di Alessandria ci sono oltre 2.300 ettari coltivati a pomodoro da industria, per una produzione totale di circa 1,7 milioni di quintali. Il nulla di fatto nelle trattative con le industrie sta favorendo le importazioni dal resto del mondo, già cresciute del 40% nell’ultimo anno, con Cina (+47%) e Stati Uniti (+59%) a fare la parte del leone.

Il rincaro dell’energia si trasferisce sui costi di produzione come gli imballaggi, quindi si crea il paradosso di pagare più la bottiglia del pomodoro in essa contenuto. Secondo Coldiretti in una bottiglia di passata da 700 ml, in vendita mediamente a 1,3 Euro, il 53% del valore è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore del pomodoro, il 6% dei trasporti, il 3% tappo ed etichetta e il 2% per la pubblicità.

I prezzi al consumo dei prodotti alimentari e delle bevande sono cresciuti del 4,6%, il rincaro dei beni energetici si è trasferito sulla filiera agroalimentare e colpisce gli agricoltori costretti a vendere sottocosto e i consumatori con ben 5,6 milioni di italiani che si trovano in condizioni di povertà assoluta in difficoltà nel fare la spesa. “L’accordo sul prezzo agli agricoltori è quindi strategico perché chi sceglie di coltivare pomodoro deve ordinare le piantine per il raccolto estivo con il rischio che il balzo dei costi porti anche produttori storici a scegliere colture che richiedono meno investimenti e minori rischi come mais, sorgo, girasole e soia, le cui quotazioni sono esplose con la guerra in Ucraina e le tensioni commerciali internazionali”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

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