Scanzano Jonico: rincari, manifestazione degli agricoltori

Manifestazione agricoltori a Scanzano Jonico

A Scanzano Jonico si è tenuta una grande manifestazione con 5 mila produttori agricoli provenienti da tutte le regioni del Sud. C’era anche Cia-Agricoltori italiani che ha rivolto un appello all’Ue (servono subito risorse, un nuovo piano straordinario, come per la pandemia) per fermare le speculazioni sui prezzi e per affrontare le ripercussioni del conflitto ucraino. Cia chiede interventi specifici sui comparti direttamente colpiti dalla crisi bellica (cerealicoltura e zootecnia), ma anche incentivi alla semina del mais.

In tutto il Sud Italia, allo scoppiare della guerra, è arrivata la paura per la mancanza di approvvigionamenti di materie prime. Molte aziende stanno lavorando in perdita. Pesano i rialzi del 120 per cento sulle bollette energetiche, il gasolio rincarato tantissimo, i costi dei fertilizzanti che si sono triplicati. Non vanno dimenticate neanche le criticità che c’erano prima della guerra per un settore che si stava con fatica risollevando dopo due anni di pandemia.

Grazie a Cia, alcune misure sono arrivate dal Governo. Come l’inserimento delle aziende agricole nel novero delle energivore, la moratoria sui mutui per dare liquidità alle imprese. Occorre proseguire per tutelare il Sud, che ha la superficie agricola utilizzata più alta (oltre 1,3 milioni di ettari a regione) e dove si concentrano più di 70 mila aziende (Puglia, Sicilia, Calabria a Campania rappresentano il 46,9 per cento del totale nazionale) fondamentali per produrre olio, vino e per l’ortofrutta, il settore lattiero-caseario e quello florovivaistico.

“L’Italia dovrebbe puntare a un incremento delle semine, ma è necessario lo stop dall’Europa al divieto di coltivazione dei terreni a riposo, per avere una produzione nazionale più sostenuta di mais e soia dichiara il presidente Cia Dino Scanavino – questa misura deve essere accompagnata da sostegni economici adeguati del Governo ad assicurare la rendita degli agricoltori. Se durante la semina di queste settimane i prezzi sono, infatti, ai massimi, si rischia un forte ribasso a settembre, nel momento della raccolta”. E’ già successo con il grano, d’altronde, che è arrivato a prezzi stellari in questi ultimi mesi. Quando fu venduto dagli agricoltori era sui 22-23 euro al quintale, ma ora è che ha superato i 40 per effetto della speculazione è tutto nelle disponibilità dei commercianti.

“Attendiamo, infine, risposte precise dal Consiglio Ue. Occorre mobilitare maggiori fondi nel bilancio Ue per un Piano straordinario secondo la logica adottata per contrastare la pandemia e la rimodulazione degli obiettivi del Green Deal, oltre a favorire – conclude Scanavino – una riflessione concreta in Europa verso la definizione di una politica energetica comune”.

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