Andrea Molteni: “Energia e preparazione, così la musica classica può riconquistare il grande pubblico italiano e internazionale”

Andrea Molteni

La passione per la musica l’ha sempre avuta, tanto che a 6 anni ha chiesto ai genitori di poter iniziare a studiare pianoforte. E da lì non si è più fermato, fino al diploma ottenuto con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore al Conservatorio Giuseppe Verdi di Como a soli 16 anni. Nella vita di Andrea Molteni, che oggi di anni ne ha 23 e si è già esibito in tutto il mondo, infatti, la musica sembra avere sempre avuto un posto. “In famiglia si ascoltava musica classica, ma sinceramente non so dire come sia nato questo amore” racconta il pianista, che dal 2018 studia presso la prestigiosa Accademia pianistica internazionale del lago di Como (International Piano Academy Lake Como) sotto la guida artistica di William Grant Naboré. L’accademia, che seleziona i suoi sette studenti tra circa mille candidati, accoglie giovani professionisti da tutto il mondo e consente loro di studiare con i migliori musicisti a livello internazionale, periodicamente ospiti del centro, oltre ad offrire agli allievi la possibilità di approfondire il proprio percorso anche all’estero. Così negli anni Molteni si è esibito negli Stati Uniti, in Francia, Germania, Svizzera, Europa orientale, Cina e Singapore, suonando, tra l’altro, alla Wiener Saal dell’Università Mozarteum di Salisburgo, al Museo Scriabin di Mosca, alla Sala concerti della Chopin Music University di Varsavia, al Centro culturale cinese di Singapore, al National Opera Center di New York e alla Werner Recital Hall del Conservatorio di musica di Cincinnati. Occasioni nelle quali ha saputo conquistare pubblico e critica.

“Credo che la mia principale qualità sia l’energia che esprimo quando suono. Gli ascoltatori la percepiscono” racconta il giovane pianista, che mette nelle esibizioni la stessa determinazione necessaria per l’altra sua passione: l’alpinismo, che la scorsa estate lo ha portato a ‘conquistare’ 5 vette da 4.000 metri. Un approccio moderno, quindi, che sottintende un obiettivo più profondo: “Riportare la musica classica tra le persone, compresi i più giovani, Perché la musica è musica, è sbagliato etichettare la classica come antica”. Da qui la necessità di intervenire in due direzioni: da una parte lavorando sulla cultura delle persone, convincendole a superare il pregiudizio verso un genere che invece è parte integrante della storia del nostro paese e che continua ad innovarsi, dall’altra ragionando in maniera approfondita sulla proposta musicale da presentare al pubblico a cui ci si rivolge. “È importante scegliere il compositore a seconda degli ascoltatori con cui ci si rapporta – spiega Molteni, che ha dedicato il suo ultimo disco alla musica di Domenico Scarlatti – E, soprattutto, è fondamentale essere coinvolgenti per eliminare la distanza tra l’artista e il pubblico, che rischia di far sembrare la musica classica troppo fredda e lontana da chi la ascolta”. Un impegno importante, quindi, che tuttavia non spaventa il giovane pianista originario di Inverigo, entusiasta di tornare a suonare dal vivo dopo lo stop alle esibizioni imposto dalla pandemia negli ultimi due anni.

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