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La Cassa integrazione per i lavori della pesca è indispensabile. La fai Cisl lo chiede con forza per allentare i disagi di una intera categoria.

di Marcello Guerrieri
09/02/2022
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Sembrava quasi la volta buona: ed invece il Governo, con la sua legge di Bilancio si è dimenticato ancora una volta, lo fa da anni, delle problematiche drammatiche del settore della pesca, che vive tempi grigi per la pandemia ma anche per le normative che si accavallano da Roma e da Bruxelles.
“La Legge di Bilancio 2022, come richiesto insistentemente da molti anni dalle organizzazioni sindacali, ha esteso finalmente al mondo della pesca professionale la Cisoa, cassa integrazione degli operai agricoli. Tuttavia, come abbiamo più volte evidenziato, questa non comprende nelle causali di intervento i periodi di fermo obbligatorio e non obbligatorio. Si tratta di un limite importante, perché nel settore ittico negli ultimi anni sono state e purtroppo saranno sempre più frequenti le richieste di riduzione dello sforzo di pesca da parte della regolamentazione europea: affinché la Cisoa diventi uno strumento veramente efficace è necessario che intervenga per tutte le causali di sospensione, fermi inclusi, non imputabili ai datori di lavoro e ai lavoratori”.
Lo afferma in una nota il Segretario nazionale della Fai Cisl Patrizio Giorni.
“A distanza di oltre un mese dall’approvazione della Legge di Bilancio – aggiunge il sindacalista – constatiamo con estrema amarezza come la Cisoa, non disponga né di una regolamentazione di attuazione né di risorse economiche sufficienti per consentirne il pieno avvio. Questo strumento esiste per ora solo ‘sulla carta’, e purtroppo non c’è un meccanismo di funzionamento che ne consenta l’applicazione a vantaggio dei 25 mila addetti del settore. Inoltre c’è un ulteriore timore dovuto al fatto che nonostante l’attuale inapplicabilità dell’ammortizzatore sociale, le imprese potrebbero essere gravate, fin da subito, di un ulteriore onere contributivo correlato al nuovo strumento di sostegno al reddito che, in un segmento produttivo già pesantemente colpito da consistenti aumenti dei costi energetici, causerebbe un insostenibile incremento del costo del lavoro minando così ulteriormente la sostenibilità economica e sociale dell’intero comparto. Il settore della pesca si trova in una situazione paradossale e inaccettabile dove, da una parte, le imprese potrebbero dover sostenere i costi e gli oneri della Cisoa senza, dall’altra parte, avere la possibilità per i lavoratori di utilizzarla”.
“Chiediamo che venga riconvocato immediatamente il tavolo di confronto presso il Ministero del Lavoro, composto da tutti i soggetti sociali ed economici firmatari dei CCNL di riferimento del settore, con l’obiettivo di rendere esecutiva ed effettiva, nel più breve tempo possibile, la fruizione della Cisoa da parte dei pescatori – conclude Patrizio Giorni – e come Fai Cisl consideriamo inopportuni gli emendamenti presentati in Parlamento che hanno il solo scopo di rimandare di sei mesi la decorrenza dell’ammortizzatore sociale: la soluzione da perseguire è di accorciare le tempistiche di applicazione, non quella di prorogarle”.

Tags: CislCisoaFAIGiornipesca
Marcello Guerrieri

Marcello Guerrieri

Esercita la professione di giornalista da oltre trent’anni: ha esordito con la cronaca locale per la redazione ternana de il Messaggero, per la quale ha anche curato, per un lungo periodo, pure gli aspetti sindacali ed economici delle aziende della provincia di Terni. Collabora tuttora col giornale romano. Ha seguito sin dall’inizio, l’evoluzione dei nuovi media, curando numerosi siti come quello di “Terninrete”

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