Aife: “Equilibri saltati e proiezioni elaborate frantumate da un mercato incontrollato”

“Tutti gli equilibri sono saltati e le proiezioni elaborate non più tardi delle prime settimane del 2022 frantumate da un mercato incontrollato”. È un’analisi impietosa ma ancor più preoccupata quella tracciata da Riccardo Severi, vicepresidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, davanti alle conseguenze dei costi energetici che stanno impattando violentemente anche sul settore dell’essiccazione e della disidratazione dell’erba medica e dei foraggi.

“Il nostro grido di dolore è rivolto soprattutto al pauroso aumento dei costi del metano – puntualizza – energia indispensabile per il processo di asciugatura, sanificazione, stabilizzazione, essiccazione e disidratazione della nostra produzione, valorizzata proprio da queste fasi produttive fondamentali per conquistare e consolidare la nostra leadership sui mercati internazionali. Oggi, in media, quei produttori che per varie ragioni non hanno siglato per tempo contratti con società fornitrici di energia bloccando il prezzo di acquisto, si trovano a dover sostenere aumenti della bolletta energetica che variano tra il 200 e il 300% rispetto a pochi mesi fa, che si traducono in quotazioni decuplicate”.

Per gli associati di AIFE/Filiera italiana Foraggi, l’associazione a cui fanno riferimento una trentina di impianti di essiccazione e disidratazione di erba medica e foraggi per una produzione complessiva annuale che sfiora 1 milione di tonnellate, i rincari legati all’energia elettrica impensieriscono un po’ meno “perché circa l’80% dei nostri associati – continua Riccardo Severi – dimostrando una notevole lungimiranza imprenditoriale, negli anni si sono dotati di moderni impianti fotovoltaici che oggi possono contribuire ad alleviare almeno in parte i costi della bolletta; purtroppo è impensabile riuscire a soddisfare il fabbisogno elettrico di ogni azienda solo con l’energia rinnovabile e per questo ogni realtà produttiva è costretta ad acquistare una quota di energia elettrica dai vari gestori presenti sul mercato, accollandosi gli inevitabili aumenti”.

Il rischio che il settore dell’essiccazione e della disidratazione di erba medica e foraggi entri in una fase di grave crisi è purtroppo reale. “Se è vero, com’è vero, che numerose imprese hanno siglato accordi di fornitura di gas metano con società fornitrici bloccando il prezzo – continua il numero due di AIFE/Filiera Italiana Foraggi – è altrettanto vero purtroppo che alcune di queste società, travolte dalla schizofrenia di un mercato incontrollato sono fallite, costringendo di fatto i propri clienti a cercare sulla piazza, ma ai prezzi correnti, altri fornitori, con ricadute economiche drammatiche sui costi aziendali”.

Che fare allora? Come tentare di uscire da una situazione di impasse che rischia di mettere a repentaglio un settore vitale per l’agricoltura nazionale e una leadership riconosciuta a livello internazionale? “Per trovare una soluzione efficace e soprattutto definitiva ci vorrebbe una bacchetta magica che nessuno ha – dichiara Severi – Come AIFE/Filiera Italiana Foraggi abbiamo deciso di affidarci a una primaria Società di consulenza che mensilmente effettua studi ed elabora proiezioni attendibili per intercettare l’andamento dei mercati e indirizzare di conseguenza gli acquisti di energia. Crediamo molto in questa iniziativa che non può però rimanere isolata. Nella stragrande maggioranza dei casi, nel tempo i nostri associati hanno investito nella realizzazione di moderni impianti fotovoltaici, ma anche in tecnologia innovativa che oggi permette loro di lavorare l’erba medica e i foraggi conferiti riducendo gli sprechi energetici, migliorando la qualità produttiva, impattando meno sull’ambiente. Il valore aggiunto della nostra produzione è racchiuso qui ed è vitale per l’intero settore mettere in campo tutte le strategie più efficaci per difenderlo. L’intero mondo agrozootecnico oggi sembra nel mirino di una tempesta perfetta che rischia di travolgerci con effetti devastanti, perché a cascata tutti gli attori di ogni settore produttivo sarebbero colpiti: il costo energetico delle materie prime incide su quelli aziendali per il 40% – conclude Riccardo Severi – la nostra preoccupazione ha purtroppo fondate ragioni”.

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