Per adesso solo buone notizie nell’acquisizione da parte di Arvedi dell’Acciaieria ternana Ast. Ora servono i fatti. Francesca Re David e Gianni Venturi (Fiom): “Adesso il rilancio di Terni e il confronto sul piano industriale”

I tempi sono stati rispettati in maniera perfetta: l’Ast è entrata dal primo di febbraio in maniera funzionale nella galassia del Gruppo Finarvedi, che ha nel portafoglio molte aziende diversificate in tutto il nord Italia. Ora le istituzioni ed anche i sindacati aspettano con ansia il piano di rilancio del polo ternano, che è diventato quello più consistente nel gruppo. L’operazione che ha riportato un impianto più che centenario nella mani di imprenditori italiani è anche visto quale elemento dio crescita da parte dell’intero settore degli acciai speciali e dell’intera siderurgia italiana.
C’è pure da sottolineare che la cessione da parte di Thyssekrupp è stata quanto mai amichevole dal momento che ha lasciato inalterato l’intero gruppo senza spezzettamenti insieme alle controllate commerciali in Italia, Germania e Turkia. La stessa Thyssenkrupp manterrà un quota azionaria del 15% almeno per il primo periodo.
Della vasta operazione finanziaria ed industriale si sono anche interessati i sindacati, nello specifico Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil, e Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia. Ecco le loro dichiarazioni:
“ Si apra ora il confronto sul piano industriale che confermi le produzioni di eccellenza, i livelli occupazionali, salariali e gli standard di sicurezza per tutte le lavoratrici e i lavoratori diretti, somministrati e dell’indotto.
Si possono trovare nuove opportunità di sviluppo per essere competitivi sui mercati europei e internazionali, collocandosi tra i primi produttori di acciaio a livello mondiale. Siamo sin da subito impegnati, affinché, questa prospettiva abbia delle ricadute positive per affrontare le criticità ancora presenti in azienda tra cui la precarietà e il sistema degli appalti.

Ovviamente serve un impegno del Governo Italiano e delle istituzioni locali per garantire fattori localizzativi in grado di affrontare le sfide che abbiamo di fronte. Bisogna orientare le risorse del PNRR per rendere la produzione di acciaio inossidabile ancora più compatibile con l’ambiente. La fase impone modi di produzione e consumo più sostenibili, oggi possibili attraverso le nuove tecnologie, per dare concretamente soluzioni, non solo ad una fabbrica energivora, ma ad una intera comunità.

Il confronto che si aprirà con la proprietà e le istituzioni, quindi, può rappresentare un modello per l’intero Paese che ha l’obbiettivo di governare le transizioni ecologica e tecnologica per garantire lavoro di qualità, pur nella competizione globale”.

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