Un anno fa la fusione delle Camere di Commercio di Terni e Perugia

Il 28 gennaio 2021 nasceva la Camera di Commercio dell’Umbria, conclusione di un percorso di accorpamento tra le due preesistenti Camere provinciali di Terni e Perugia, un cambiamento enorme per la regione sul piano istituzionale e delle relazioni economiche territoriali. A un anno di distanza si possono tracciare i primi bilanci e a farlo è il presidente Giorgio Mencaroni in occasione della riunione della Giunta camerale, il quale ha ricordato come quest’organismo sia ormai inserito all’interno dello scacchiere regionale ed extraregionale e sia in grado di rappresentare gli interessi dell’intero sistema imprenditoriale umbro.

Mencaroni è soddisfatto del lavoro che la Camera ha fatto nel rappresentare 94mila aziende umbre e tiene a sottolineare che “il lavoro istituzionale della nuova Camera di Commercio dell’Umbria è partito nel bel mezzo di una crisi economica senza eguali causata dall’esplosione della pandemia, quindi rivolgo un caloroso abbraccio virtuale a tutto il mondo imprenditoriale umbro, che ha saputo esprimere una forte capacità di reazione e vitalità. Una capacità che ha permesso a migliaia di imprese di superare i momenti più difficili della pandemia attraverso processi di adattamento e di innovazione, ad altre di sopravvivere in attesa di scenari economici più favorevoli. Ed è su queste capacità che si basa il ritorno a una nuova normalità, precondizione per una concreta crescita economica e sociale della nostra regione”.

Qual è dunque la situazione dell’economia umbra? Nel 2021 la regione è cresciuta di meno rispetto ad altre regioni del paese, con tutti i principali indicatori macroeconomici in diminuzione rispetto al 2020. Al 31 dicembre 2021 il numero delle imprese cresce meno dell’1% con un saldo positivo di 621 unità. Molto male la ricchezza pro capite: dal 2000 al 2019 la regione ha perso ben 70 posizioni, con un Pil pro capite attestato a 25.239 Euro contro una media del Centro di 30.878. Nel 2020 il crollo è continuato con una decrescita dell’8,5%, il numero degli occupati è calato dell’1,8%, i Neet sono cresciuti del 4,5%.

Nel 2021 ci sono stati dei segnali di risveglio, con una discreta crescita della domanda di lavoro. Si prevedono 14.850 aziende in più nel trimestre da dicembre 2021 a febbraio 2022 e 44 imprese su 100 hanno difficoltà nel reperire i profili idonei. Nel periodo gennaio – settembre 2021, il valore delle esportazioni è pari a 3.395 milioni di Euro, con una percentuale rispetto allo stesso periodo del 2020 del +21,1%. Per quanto riguarda l’anno in corso, l’Ente ha ben chiare le linee di intervento da portare avanti: Turismo e promozione del territorio, Infrastrutture, Export, Semplificazione e Trasformazione digitale, Sostenibilità e Transizione ecologica. La Camera potrà disporre di un budget di 4.378.937 Euro.

Per quanto riguarda il turismo si lavorerà allo sviluppo del brand Umbria attraverso politiche ispirate alla DMO-Destination Management Organisation, sul fronte dell’export si punta ad accompagnare le PMI sui mercati esteri e a rafforzarne la presenza lavorando in stretta sinergia con l’ICE, Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, Unioncamere e Regione dell’Umbria. In vista degli ingenti investimenti previsti dal PNRR l’Ente camerale contribuirà alla nascita di un Libro Bianco delle Infrastrutture nazionali che dovrà definire le priorità dei territori e coordinare gli interventi. Ancora da risolvere la questione del Quadrilatero Umbria-Marche così come il nodo della digitalizzazione delle imprese.

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