“Si tratta di una sentenza epocale che mette il punto ad una diatriba giurisprudenziale in merito alla riscossione delle cartelle esattoriali. Queste non possono essere impugnate – puntualizza l’avvocato Simone – solo se il bene pignorato è già in vendita; in tal caso l’iter non può più essere bloccato”.
Se invece “il titolo esecutivo presenta dei vizi formali come la prescrizione del credito oltre i 5 anni dal verbale di accertamento – precisa l’esperto – o, ancora, la maggiorazione degli interessi applicati alla cartella, allora in questi casi si può procedere con l’impugnazione”. La sentenza della Cassazione è una ‘boccata d’ossigeno’ per tutti gli utenti vessati dalla recessione economica purtroppo acuita dalla crisi pandemica. Con l’impugnazione delle cartelle, che deve essere effettuata solo da un avvocato esperto in materia, non solo si blocca temporaneamente la procedura di eventuali pignoramenti ma si può richiedere la dilazione dei pagamenti dei vari tributi.
Addirittura, in alcuni casi, “non è opponibile solo la cartella esattoriale – tiene e sottolineare l’avvocato Simone – ma anche l’intimazione di pagamento”. Questo è un fattore importantissimo che va a dare ulteriore sostegno a tante fasce deboli e svantaggiate, letteralmente oppresse dall’emergenza Covid che ci affligge ormai da due anni. “Il pronunciamento della Cassazione – conclude l’esperto – è uno strumento utilissimo per piccoli e medi risparmiatori che possono così tutelare il loro patrimonio, frutto dei sacrifici di tutta una vita”.