Cratere sismico Marche: entro il 2021 i Comuni devono presentare i progetti da finanziare

Gli 85 Comuni marchigiani del cratere sismico sono chiamati a una vera corsa contro il tempo. Entro la fine del 2021, infatti, hanno l’obbligo di presentare i progetti da finanziare con i primi 478 milioni del Fondo complementare, messi a disposizione per i terremoti del 2009 e del 2016. L’obiettivo è concedere gli appalti dei lavori l’anno prossimo.

“Si tratta – commenta il segretario Cna Marche Otello Gregorini – di una sfida che i Comuni, specialmente quelli piccoli e piccolissimi, non possono vincere da soli, perché mancano risorse in termini di personale e competenze, e quelle poche devono seguire le numerose pratiche della ricostruzione edilizia, dei super bonus ed altre progettualità. Né saranno sufficienti le risorse del Fondo nazionale per la progettazione rivolte ai Comuni del sud e delle aree interne o la manciata di esperti affidati all’amministrazione regionale”.

Cna Marche ha il modo giusto per riuscire a vincere la sfida tutti insieme e lo indica: “La battaglia del Fondo complementare e quella del Pnrr saranno vinte – fa sapere Daniele Salvi coordinatore del Team Sisma Marche Cna – soltanto se gli amministratori locali, le associazioni di categoria, le università e i professionisti privati sapranno immediatamente mettersi intorno ad un tavolo e lavorare in maniera intensa e spedita, con progetti tesi a qualificare le aree interne e montane, i borghi e i paesi dell’area sismica dal punto di vista tecnologico e dei servizi pubblici. Tenendo presente che nei primi mesi del nuovo anno verranno emanati i bandi rivolti alle imprese, al terzo settore e alla cooperazione finalizzati più specificamente agli investimenti di tipo produttivo nel segno della innovazione e della sostenibilità”.

Spiega Cna Marche: “Quando parliamo di rigenerazione urbana e territoriale, dovremmo tenere presente che le aree urbane del cratere sismico spesso sono cresciute senza piazza, senza verde, senza spazi pubblici. I nuovi progetti possono rappresentare l’occasione per intervenire migliorando la vivibilità di questi piccoli centri”. Le aree interne e montane non vanno solo qualificate, ma anche connesse con infrastrutture viarie e tecnologiche, con le aree a valle più urbanizzate e con servizi e maggiori opportunità lavorative. Per frenare lo spopolamento, è necessario intervenire su servizi pubblici, educativi, sociosanitari, rendendolo accessibili a tutti e in tempi certi.

I progetti devono attirare nuovi investimenti. Qui vengono elencate le nuove forme di accessibilità infrastrutturale che si stanno realizzando nel cratere sismico: Pedemontana, intervalliva San Severino-Tolentino. O che si stanno programmando, come la prosecuzione della Pedemontana a sud e la Salaria. L’area del cratere, in appena quattro anni, ha perso 406 imprese, in particolare quelle del settore commerciale e agricolo. Sono spariti bar, edicole, attività culturali, palestre. Con conseguenze sulla qualità della vita.

“Irrobustire l’armatura urbana e territoriale, qualificare le produzioni, realizzare l’inclusione sociale – concludono Gregorini e Salvi – potrebbero essere le parole d’ordine capaci di tenere insieme partenariati progettuali, rendere integrati i progetti, mettere a terra interventi che siano coerenti e sostenibili nel medio periodo, senza fermarsi alle opportunità del Fondo complementare, ma ampliando il raggio alle diverse voci del Pnrr (dai Borghi alle comunità energetiche, dalla rifinanziata Strategia nazionale per le Aree interne alla sanità territoriale), alla programmazione dei fondi SIE 2021-2027, alle opportunità della legge n. 158/2017, fino alle novità della Legge di Bilancio in approvazione. Le risorse per la ricostruzione fisica, economica e sociale ci sono e sono pronte per essere colte fino in fondo. Senza possibilità di appello”.

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