Torna a salire la produzione di castagne: 38.000 tonnellate, +10%. Ma la siccità e i parassiti restano pericolosi

È un autunno nel segno delle castagne, quello del 2021: il raccolto del prelibato frutto consumato da secoli in tutto il paese ha avuto un aumento del 10% rispetto allo scorso anno, sebbene il dato sia inferiore alle attese a causa della siccità estiva. In totale sono state 38.000 le tonnellate prodotte, un risultato tutto sommato soddisfacente anche alla luce della preoccupazione scaturita dal cinipide galligeno del castagno, un parassita originario dell’Estremo Oriente che da anni infesta i boschi nostrani. Per arginare la piaga si è fatto ricorso all’insetto Torymus sinensis.

In Italia la produzione di castagne è storicamente attestata da tempo immemore e all’inizio del XX secolo era molto superiore a oggi, basti pensare che nel 1911 se ne ebbero 83.000 tonnellate. La situazione è però in sostanziale miglioramento grazie all’equilibrio nella fisiologia delle piante e, per giunta, la qualità del frutto è in continuo miglioramento. A dirlo è la Coldiretti che segue attentamente la situazione ed è in contatto con le aziende agricole.

Negli ultimi tempi è sorto un nuovo problema per le castagne nostrane, quello dell’importazione di prodotto dalla Turchia e da altri paesi mediterranei come Grecia e Portogallo: in totale nel 2020 sono stati 24,3 milioni i chili di castagne approdate sulle nostre tavole e spesso spacciate come italiane. Per i trasformati e le farine la situazione non è certo migliore visto che non sussiste l’obbligo di etichettatura di origine e non ci sono codici doganali.

Coldiretti fa la voce grossa e chiede più controlli sull’origine delle castagne in vendita, invitando nel frattempo i consumatori a fare attenzione alla qualità e suggerendo di ricorrere agli agricoltori di Campagna Amica per godersi prodotti sicuri a prezzo accessibile. Riscoprire i mercati rionali e le sagre, dunque, dove c’è ancora un rapporto tra cliente e venditore che altrove sembra essersi perso e si può abbinare lo shopping gastronomico al turismo esperienziale e culturale, riscoprendo la storia dei piccoli borghi.

Del resto la castagna italiana non ha nulla da invidiare a quelle degli altri paesi: sono ben quindici i prodotti a denominazione di origine con riconoscimento europeo, cinque dei quali in Toscana come il Marrone del Mugello Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop e la Castagna del Monte Amiata Igp. In Emilia Romagna c’è il Marrone di Castel del Rio Igp, in Veneto il Marrone di San Zeno Dop, in Piemonte la Castagna Cuneo Igp e nel Lazio la Castagna di Vallerano DOP. Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

La castagna è un prodotto che richiama la tradizione gastronomica contadina e viene consumata nei modi più vari: arrostite sulla classica pentola forata e avvolte in un panno umido oppure lessate in acqua salata e persino cotte con latte e zucchero. Particolarmente prelibata è la crema ottenuta dalla polpa di castagna aromatizzata con la scorza di limone e la vaniglia, così come la crostata con crema e pasta frolla.

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