Nasce il gruppo di lavoro nazionale sui Prodotti Agroalimentari per certificare la qualità e trainare l’economia

È nata una nuova equipe dedicata ai prodotti agroalimentari italiani, i cosiddetti PAT, istituita dal Comitato centrale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Veterinari che si è riunito a Capaccio Paestum, in provincia di Salerno, il 16 ottobre 2021. Il consesso ha avuto luogo nell’ambito dell’evento “I prodotti agroalimentari tradizionali alla luce dei nuovi regolamenti comunitari” organizzato da C.Ri.P.A.T., Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Città di Capaccio Paestum, Federazione Regionale Ordine Medici Veterinari della Campania, Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università “Federico II” di Napoli e Regione Campania.

I medici veterinari hanno partecipato anche alla presentazione del volume “Tre anni di PAT in Campania” alla presenza del sindaco Franco Alfieri, il quale ha ricordato il ruolo centrale dei prodotti agroalimentari tradizionali nell’identità delle comunità rurali. “Essi rappresentano la sintesi della storia e della cultura di comunità locali ed uno stimolo all’aggregazione ed al senso di appartenenza”. La lista dei PAT è tanto interessante quanto lunga e comprende i ceci dell’Ofanto, il Marzafecatu di Castel San Lorenzo, il tartufo nero di Bagnoli Irpino, il bignè di Solofra e tanti altri.

Orlando Paciello, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Salerno, si è detto orgoglioso che il gruppo di lavoro sia nato in Campania, la regione con il più alto numero di PAT: “sarà un lavoro di squadra e di sinergia in collaborazione con il C.Ri.P.A.T., diretto dal collega Vincenzo D’Amato”. Paciello ha ribadito che tali prodotti sono la base per introdurre una nuova politica di sviluppo del turismo rurale assieme a DOP e IGP, e che i medici veterinari sono una figura chiave in questo per il loro ruolo di certificatori di qualità del cibo che mangiamo.

L’agroalimentare è un settore chiave dell’economia: nel 2020 era il 4,3% del PIL, in aumento dal 4,1% del 2019, ma se si considera l’intera filiera il valore supera il 10% del Prodotto Interno Lordo. Gli addetti sono circa 1,3 milioni, un terzo in più di cinque anni fa. Il settore è strategico anche per l’export: nel 2019 il Made in Italy ha fatto registrare ben 43 miliardi di esportazioni.

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