Le api, innanzitutto! Azione decisa della Regione Marche per sostenere gli apicoltori, colpiti dalla pandemia.

Gli apicoltori delle Marche hanno avuto il riguardo che meritano da parte della Regione che ha stanziato ben 540mila euro a loro sostegno. Erano gli stessi allevatori a far presente che i danni del covid avevano colpito anche il loro settore ed in maniera molto pesante. Considerando poi che la presenza delle api rappresenta una assoluta necessità per l’impollinazione e la tutela della flora, ecco che il provvedimento è sembrato esemplare. Tra l’altro disagi molto forti si sono avuto anche gli eventi climatici avversi
Su proposta del vicepresidente Mirco Carloni, assessore regionale all’Agricoltura, la Giunta ha attivato una linea d’intervento nell’ambito delle risorse stanziate dalla Regione per la ripartenza delle Marche. A disposizione ci sono 540 mila euro che verranno assegnati, “una tantum”, agli apicoltori richiedenti con minimo 50 arnie censite alla Banca dati apistica. Contributi a fondo perduto, fino a un massimo di 30 mila euro a impresa, per i quali non sono previsti criteri di selezione delle domande. “Garantiamo un contributo forfettario in conto capitale in relazione agli alveari, compresi nuclei e sciami, dichiarati e verificati nel corso dell’istruttoria – spiega Carloni – È una misura di aiuto fortemente richiesta e attesa dal mondo dell’apicoltura professionale regionale che, per la prima volta nelle Marche, strutturiamo allo scopo di sostenere un settore produttivo zootecnico di rilievo per la nostra regione e di importanza strategica per il mantenimento degli equilibri ambientali”. L’obiettivo, evidenzia il vicepresidente, è quello di “garantire una liquidità aziendale, come fatto negli altri settori produttivi. A seguito della pandemia, gli apicoltori, al pari degli altri imprenditori agricoli e no, hanno dovuto sostenere nuovi e ingenti costi, non bilanciati dalle vendite a seguito delle restrizioni imposte con il lockdown. A questa circostanza penalizzante, a fronte di spese fisse non controbilanciate dalla commercializzazione, si sono sommate anche le avverse condizioni metereologiche e climatiche degli ultimi mesi che hanno ridotto notevolmente la produzione del miele e costretto gli apicoltori a nutrire gli sciami, sostenendo nuovi costi incompatibili con il fatturato aziendale. Il ristoro che garantiremo sarà tutto sorretto con i fondi del bilancio regionale”.

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