Sara Vezza, vincitrice del premio ‘Donne e Sostenibilità’: “Obiettivo dell’imprenditore non è solo il fatturato”

Dalla Langhe con amore. Per la terra, per il biologico e per provare “a cambiare un po’ il nostro mondo”. Sara Vezza ha vinto il premio nazionale Istat ‘Donne e Sostenibilità’ e oggi racconta come il tutto sia stato una splendida sorpresa: “Abbiamo partecipato al contest senza grandi aspettative, ci faceva semplicemente piacere esserci e avevamo un buon archivio di video delle iniziative che organizziamo. Quindi, c’è grande soddisfazione per il premio, inaspettato”.

Tra le iniziative, di notevole importanza, c’è ‘Adotta un filare’, in cui il visitatore viene responsabilizzato della paternità di una vite: “Lo scopo è avvicinare gli appassionati del vino al dietro le quinte, portarli in vigna e immergerli nella profondità di un lavoro dietro il quale c’è grande lavoro e grande sacrificio. Io, per quel che mi riguarda, in questo modo posso parlare ai partecipanti in maniera più approfondita del mio lavoro. Per gli adottanti è un modo di vivere il vino partendo dal vigneto. La community è cresciuta e oggi conta su circa 200 persone che a volte si incontrano e si scambiano esperienze. Ed è una cosa bellissima. Naturalmente, non siamo gli unici in Italia a organizzare qualcosa di simile. Penso quindi che se questa cosa viene organizzata con il giusto spirito di coinvolgimento ci sia ancora tanto potenziale di crescita. Quello che mi piace sottolineare è che spesso le famiglie portano qui anche i bambini”.

Sara Vezza ha puntato sul biologico: “No, non è un modo per aumentare le vendite, anche perché noi siamo certificato solo in campo, non sul prodotto. Abbiamo infatti dei vicini che non sono biologici e quindi c’è il rischio di inquinamento. Il biologico è un valore aggiunto, non un motivo per andare a vendere di più. Noi produciamo un vino di qualità che racconta il territorio. Io sono partita con quest’idea per salvaguardare la salute personale perché lavorare in modo salutare è una condizione importantissima”.

Che cosa vuol dire avere successo? “Il successo è una torta che va divisa tra lavoro, famiglia e amicizia. È investire nella qualità, raccontare una rete con la comunità. Ed è anche il biologico perché significa produrre qualità”. Il covid si è fatto sentire un po’ anche nelle Langhe: “Il vino come produzione non ha sofferto più di tanto, l’accoglienza sì perché la sala era chiusa ed è rimasta chiusa per tanto tempo. Ma il nostro fatturato anche nel 2020 ha chiuso in terreno positivo, la gente fortunatamente ha continuato a consumare vino. Oggi la ripartenza è alle stelle, a doppia cifra, un po’ in tutti i settori. E questo può solo farci piacere”.

La vincitrice del premio ‘Donne e Sostenibilità’ è un vulcano di idee: “C’è un progetto di formazione gratuita per le scuole agrarie perché è una cosa manca, nelle scuole non si parla di imprenditorialità e i ragazzi, invece, hanno bisogno di nozioni. Nel 2021 non basta fare del buon vino per fare impresa. Un altro progetto si chiama ‘L’anello forte’, ossia un’associazione di donne legate al mondo del vino del comune dove vivo (Monforte d’Alba, ndr) per creare progetto di economia circolare per il territorio”.

Chiude, Sara, raccontando un po’ come vive il suo lavoro: “Il mio obiettivo è fare impresa lasciando, insieme, valori fondanti alle generazioni future. Non possiamo pensare solo al fatturato, ma ci deve essere un senso più grande: creare valore e rendere il mondo un posto migliore nel nostro settore”. I primi ad apprendere questa filosofia di vita sono i quattro figli: “A loro, al momento, dedico il mio tempo libero, però chiedo anche di comprendere che la mamma ha bisogno di realizzarsi nel lavoro come imprenditrice”.

Exit mobile version