Cosa è la Radioestesia: la scienza antica delle energie sottili e la sua evoluzione moderna

CdE-radioestesia-kechler-foto-gino-tafuto

La Radioestesia è una scienza molo antica, risale orientativamente al 2500 a.C. e si praticava in oriente, soprattutto in Cina, e nell’antico Egitto. In occidente si è sviluppata nel medioevo in Francia e da lì si è diffusa poi nel resto d’Europa e in America.

In Italia, dal punto di vista legislativo, rientra nel settore della medicina olistica, per cui non vi è ancora una normativa chiara e ufficiale a riguardo: il medico olistico può offrire la sua consulenza, ma non somministrare cure. In Francia, al contrario, esiste a Parigi la cattedra specifica di radiestesia medica, e sono molti i medici che applicano questa disciplina con serietà ed efficienza.
La radiestesia è quella pratica che, mediante la captazione dell’irradiazione che ogni corpo o sostanza emette, consente di scoprire corpi o sostanze nascoste, di conoscere l’ubicazione, l’entità, la natura, la specie e la qualità e l’influenza che esercitano gli uni sugli altri.

Chi si avventura in questo campo – secondo Roberto Kechler, studioso ed operatore radiestesico e radionico – deve avere un grosso interesse e una mente aperta e penetrante e capire che noi, esseri umani, siamo sensibili a molte energie che chiamiamo sottili, da cui siamo influenzati. Energie che ancora la scienza ufficiale non ha potuto perfettamente scoprire o catalogare, ma alle quali il nostro apparato o corpo è sensibile. Senz’altro – prosegue Kechler – sembra essere una chiara connessione (tra il nostro sistema sensoriale, il sistema nervoso e neuronale) che si estrinseca in infinitesimi movimenti dei nostri arti secondo la programmazione radiestesica che abbiamo attivato.

Per visualizzare questi movimenti abbiamo inventato, già dall’antichità, alcuni strumenti fra cui la bacchetta divinatoria (per i rabdomanti), varie tipologie di pendolini ed altri strumenti più o meno sofisticati.

C’è da dire che tutti questi strumenti non hanno in sè alcun potere, sono solo oggetti che servono ad amplificare gli impercettibili movimenti dei nostri arti.

Noi esseri umani siamo tutti sensibili a diverse frequenze o radiazioni che chiamiamo sottili, anche se non ce ne accorgiamo; ci accorgiamo forse dell’elettricità, delle frequenze televisive, delle frequenze dei cellulari? NO, ne vediamo solo i risultati. Lo stesso accade con la radioestesia.

Per operare, o anche imparare, in questo campo è necessario, o altamente consigliato per ottenere i migliori risultati, mettersi in uno stato mentale Theta (frequenza cerebrale da 4 ad 8 Hz.)

Essere un buon radioestesista non è difficile, ci vuole solo studio, impegno e costanza, come accade in genere per tutte le cose.

Foto: Gino Tafuto

Articoli correlati

Il laboratorio romano, diretto da Stefano Trovò, supporta amministrazioni pubbliche e società private per analisi...

L’azienda, prima nel settore a parlare di consulenza, indica i prodotti migliori per avere risultati...

Mariani Traslochi
Appartamenti, ville, uffici, aziende: grazie a un parco mezzi euro 6 e a personale qualificato...

Altre notizie

Altre notizie