Confidi: credito alle imprese artigiane, finalmente torna a crescere

“È tempo di una riforma normativa che fornisca un vero riconoscimento legislativo dei Confidi. A causa della pandemia il mercato del credito ha subito profonde mutazioni. Con la prospettata riduzione dell’intervento del Fondo di Garanzia, un efficace supporto alle imprese dovrà necessariamente incardinarsi sull’irrobustimento dell’aggiuntività della garanzia mutualistica privata rispetto a quella pubblica. Sinergia e complementarietà degli strumenti saranno le parole chiave per assicurare al Paese un indispensabile percorso di crescita. Per supportare al massimo le Pmi le priorità dei Confidi sono un complessivo riposizionamento strategico del sistema, su cui trovare una più profonda attenzione del Parlamento”.

Sono concetti espressi da Confidi Fedart di Cna, Confartigianato e Casartigiani durante l’annuale convention di Roma (5 e 6 novembre), nella quale sono stati presentati i dati della 25esima ricerca sull’accesso al credito di micro e piccole imprese, con i principali fenomeni e trend dei Confidi Fedart.

Nel 2020, attraverso Fondo di garanzia e moratorie sui debiti, lo Stato ha fatto interventi massicci per coprire i buchi creati dalla pandemia e i danni conseguenti all’economia. Il trend del credito delle imprese, dal 2020 al primo semestre del 2021, è tornato finalmente a salire (+38,1 miliardi di euro) dopo dieci anni di contrazione. Il comparto artigianato ha fatto segnare +2,2 per cento (0,7 miliardi di euro) nello stesso lasso di tempo. C’è stato un allontanamento delle banche da micro e piccole imprese per la garanzia pubblica straordinaria sulle erogazioni bancarie, ma rispetto alle previsioni di marzo 2020, i confidi si sono riconfermati partner affidabili per le imprese socie, supportandole con la garanzia mutualistica e diversificando la propria attività.

Il sistema dei Confidi associati a Fedart Fidi, nel corso del 2020, ha garantito più di 3 miliardi di euro di nuovi finanziamenti a favore delle oltre 600 mila imprese socie, nonostante un trend in leggera decrescita rispetto all’anno precedente, dovuto prevalentemente alle misure straordinarie di intervento pubblico. Queste ultime hanno comportato un incremento dello stock di finanziamenti garantiti in essere, assestatosi a nove miliardi di euro, e delle garanzie concesse sia durante l’anno, pari a poco meno di due miliardi di euro, sia in essere al 31 dicembre 2020, pari a cinque miliardi di euro.

Sono di 1.894,6 milioni di euro le garanzie erogate nel 2020 e di 4.967,7 milioni di euro le garanzie in essere al 31.12.2020 per Confidi Fedart, con un + 3,0% nel 1° semestre 2021. Il trend dei finanziamenti lordi garantiti nell’anno registra 3.018,7 milioni di euro di finanziamenti garantiti nel 2020 e 8.986,8 milioni di finanziamenti garantiti in essere al 31.12.2020. Il patrimonio netto, rimasto sostanzialmente costante a 675 milioni di euro, è stato impiegato in modo più efficiente, pur mantenendo una copertura adeguata del rischio e una capacità prospettica di far fronte alle sofferenze attese.

I Confidi si sono adattati e hanno reagito bene al nuovo contesto normativo, con un nuovo percorso di innovazione e differenziazione: hanno supportato l’accesso delle Pmi alla garanzia pubblica in riassicurazione e in garanzia diretta; hanno offerto un contributo rilevante sulle moratorie dei debiti; hanno sviluppato maggiormente la collaborazione con le Istituzioni territoriali sulle agevolazioni non solo in garanzia ma incrementando anche quelle in credito diretto; hanno ampliato le attività diverse dalla garanzia mutualistica, soprattutto il credito diretto, con circa 100 milioni di euro di nuovi finanziamenti erogati nel 2020, e l’assistenza e la consulenza finanziaria. Tutti fenomeni che dalle prime rilevazioni della Ricerca sembrano trovare conferma nel 2021.

Ad aprire i lavori è stato Gilberto Pichetto Fratin, vice ministro allo Sviluppo economico: “C’è la necessita di una ridefinizione, oggi il ruolo strategico dei Confidi va riconosciuto. Il modello dei Confidi e della garanzia è quello che meglio si adatta alle Pmi italiane e alla loro esigenza di crescita e ristrutturazione”.

Fabrizio Campaioli, presidente di Fedart Fidi, ha aggiunto: “La garanzia ha finalmente trovato un pieno riconoscimento in questa pandemia. Quando lo Stato individua nello strumento che costituisce il nostro core business la modalità prioritaria di risposta alla crisi economica indotta da una situazione imprevedibile e sconosciuta come questa, è motivo di gratificazione per la nostra mission e i nostri valori. Ci auguriamo che finalmente si comprenda appieno la rilevanza che i Confidi potranno avere per facilitare il ritorno alla normalità e soprattutto per rilanciare la crescita del Paese”.

Fedart Fidi avanza agli interlocutori una proposta che si basa su tre pilastri: la diffusione delle competenze sviluppate all’interno del sistema valorizzando le best practices; l’attuazione di strategie e strumenti specifici per affiancare le imprese nel phasing out dal Temporary Framework; un nuovo modello di Confidi per creare valore economico e sociale agli artigiani e alle micro e piccole imprese.

“Insieme alle Istituzioni – prosegue Campaioli – dobbiamo tracciare le direzioni di una riforma normativa che fornisca al sistema un vero riconoscimento legislativo. I risultati raggiunti nell’ultimo anno e mezzo sono stati significativi. Ora va stimolato un percorso di innovazione: superare gli elementi obsoleti dell’articolo 13 del decreto legge n. 269 del 2003 e dotare il sistema di un perimetro normativo ben definito e strutturato, stabilendo regole coerenti con l’attuale ruolo dei Confidi nella filiera del credito e della garanzia. Occorre rafforzare la relazione con Cassa Depositi e Prestiti; annoverare i Confidi tra i soggetti qualificati a erogare credito “di prossimità”; affiancare le imprese nella garanzia, nel credito e nella finanza in modo integrato e accrescerne la cultura finanziaria; potenziare la relazione con le banche, in via prioritaria sull’alleggerimento della copertura pubblica del Fondo di Garanzia”.

Dopo la crisi, l’azione dovrà essere fatta per elaborare un nuovo modello operativo e organizzativo per i Confidi, predisponendo una proposta per una riforma normativa. Gli strumenti da avviare nel medio e lungo termine saranno orientati all’innovazione e alla diversificazione: potenziare l’accesso al Fondo di Garanzia per le PMI in controgaranzia; rafforzare la patrimonializzazione degli artigiani e delle micro e piccole imprese, anche adeguando gli strumenti esistenti alle loro esigenze specifiche; rafforzare la patrimonializzazione dei Confidi, tra l’altro replicando le esperienze positive già conseguite con i voucher; potenziare l’erogazione diretta di credito da parte dei Confidi attraverso la raccolta di maggiore provvista sia su risorse pubbliche sia convogliando quella privata del loro territorio di operatività; estendere al credito diretto l’utilizzo del contributo di cui alla Legge di Stabilità 2014.

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