Cna Costruzioni Umbria annuncia azioni eclatanti in caso di mancata proroga di Superbonus e cessione del credito

Cna Costruzioni Umbria non ci sta, e lo dice a chiare lettere. La ventilata ipotesi sul ridimensionamento del Superbonus al 110% e di altri incentivi minori per il miglioramento sismico ed energetico delle case ha incontrato la ferma opposizione della confederazione umbra che ha già inviato una nota scritta ai parlamentari della regione, al presidente della giunta regionale e ai prefetti di Perugia e Terni. La richiesta è inequivocabile: prorogare bonus e riconfermare cessione del credito e sconto in fattura per tutta la durata del Pnrr, ovvero fino al 2026.

Nel caso le cose non dovessero andare come auspicato, Cna non esclude azioni eclatanti coinvolgendo sia le imprese che impiantisti, serramentisti, geometri e architetti. Come ha detto il responsabile regionale Pasquale Trottolini “non amiamo le prove di forza ma in questo caso ci sta a cuore la salvaguardia degli strumenti che possono rilanciare il settore edile, peraltro in forte crisi da molti anni e con migliaia di lavoratori lasciati a casa e altri a rischio se i lavori non dovessero essere terminati in tempo per usufruire degli incentivi”.

Va ricordato che l’uso del Superbonus, in teoria possibile già dal luglio 2020, è stato de facto impossibile almeno fino a marzo 2021 a causa di burocrazia e inefficienza della pubblica amministrazione. La proroga almeno fino alla fine del 2023 appare quindi doverosa per Cna, pena l’aggravamento della crisi per le aziende di settore. Inoltre “il mancato rinnovo di questi incentivi sarebbe paradossale proprio nei giorni in cui si svolgono G20 e COP26, summit mondiali sulla sostenibilità ambientale. Le abitazioni sono responsabili della maggior parte delle emissioni inquinanti, addirittura più dei trasporti.”

Secondo i dati Enea, a fine settembre 2021 per il Superbonus 110% erano stati erogati circa sette miliardi e mezzo di Euro per 46.195 edifici. Il 68,2% dei lavori era stato completato. Gli edifici condominiali riguardavano quasi il 50% del valore economico degli interventi. Numeri importanti ma che non raggiungono l’1% degli edifici totali italiani, a testimonianza di quanto resti da fare.

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Giorgio Mencaroni
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