Copagri si oppone alla menzione tradizionale per il vino Prosek da parte della Commissione Europea

Bottle of sparkling wine with three flute glasses with bubbles floating up on gray backgrounds with Christmas lights

Si sta discutendo in sede di Commissione UE se approvare la menzione tradizionale per il vino croato Prosek, una specialità che in passato nel paese dalmata veniva consumata in occasione di matrimoni e altri eventi. L’eventualità è stata accolta con fastidio dai produttori di Prosecco e da Copagri che hanno messo a punto un’opposizione scritta insieme al sottosegretario alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio e al presidente della Regione Veneto Luca Zaia.

Secondo Copagri se l’Unione Europea approvasse la protezione per il Protek si genererebbe confusione nei consumatori, soprattutto in quelli stranieri, e ci sarebbe un indebolimento del sistema di protezione delle DOP e IGP perché verrebbe leso il principio secondo cui il luogo geografico è l’elemento prioritario da tutelare. Si tratta di un precedente molto pericoloso che minerebbe la credibilità delle certificazioni.

Per Copagri le ripercussioni sul Prosecco sarebbero serie e quindi la confederazione ribadisce “la totale contrarietà all’approvazione della domanda di protezione della menzione tradizionale Prosek, presentata dalla Croazia all’inizio di settembre e auspichiamo il suo blocco grazie all’opposizione di Governo e altri soggetti interessati. A breve invieremo alla Commissione Europea un documento dove motiviamo nel dettaglio la nostra posizione”.

A rimetterci sarebbe prima di tutto il Prosecco, una delle punte di diamante del Made in Italy enogastronomico. Il celebre vino frizzante prodotto sulle colline venete viene bevuto in tutto il mondo; le tre DOP “Prosecco”, “Conegliano Valdobbiabene Prosecco” e “Asolo Prosecco” vendono oltre 600 milioni di bottiglie l’anno e sono una locomotiva per l’export agroalimentare italiano. Nel 2019 sono stati raggiunti livelli record di produzione e vendite, in particolare nell’e-commerce che è cresciuto del 325%. I mercati tradizionali hanno tenuto: il Benelux è aumentato del 26%, l’Austria del 34%, la Scandinavia del 54%, il Giappone addirittura del 224%.

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