Gli allevamenti ovicaprini del Lazio sono un’eccellenza agroalimentare che deve essere rafforzata. La Confagricoltura spinge per un impegno ad aiutare un comparto storico.

Non tutti sembrano ricordarsi ricordano dell’eccellenza che rappresentano gli allevamenti ovicaprini nel Lazio: sono la spinta per piatti tipici, per degustazioni ma soprattutto per una economia che sta soffrendo e che vorrebbe un aiuto da parte delle istituzioni, da parte di tutti a cominciare dalla Regione Lazio. Lo chiede a gran voce Alessio Trani presidente di Confagricoltura Lazio: “I cambiamenti climatici mettono in pericolo gli allevamenti ovicaprini del Lazio: la forte siccità ha completamente cancellato i pascoli e l’impennata dei costi dei mangimi, delle materie prime ed energetici rischiano di colpire profondamente un comparto storico e strategico per l’economia della nostra regione, distruggendo tradizioni agroalimentari importanti e produzioni di eccellenza”.
“La nostra è tra le regioni più vocate all’ovinicoltura, in particolare nelle province di Roma e Viterbo. Occorre avviare subito interventi mirati alla situazione congiunturale – continua Alessio Trani – ma soprattutto allo sviluppo programmatico degli allevamenti ovini e caprini laziali. In questo senso il PNRR sarà un’occasione da non perdere. Solo uno sforzo verso l’innovazione e un approccio più imprenditoriale, accompagnato da un lungimirante progetto di rilancio del comparto, riusciranno a mantenere vitale il settore e le filiere produttive collegate”.
“Allevamenti ovicaprini e pastorizia contribuiscono a preservare naturalmente l’ambiente, proprio per il carattere estensivo dell’attività – conclude il presidente di Confagricoltura Lazio –. Ci troviamo davanti a greggi che vivono al pascolo, e che quindi fanno bene anche all’ambiente. In un’economia di conservazione e valorizzazione del territorio basata sul greening andrebbero valorizzati tutti gli aspetti, ancor più per il ruolo fondamentale che rivestono nell’economia agricola regionale”.

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