Il governo regionale di Musumeci annuncia lo stato di calamità naturale per l’apicoltura siciliana

Un provvedimento doveroso per aiutare un settore strategico messo in ginocchio. La Regione Sicilia ha deliberato lo stato di calamità naturale per l’apicoltura isolana dopo il drastico calo della produzione di miele. Il fenomeno è stato causato dalle ondate di calore estivo, dalla distruzione di boschi per via degli incendi e dalle malattie che hanno colpito eucalipti e castagni, piante che forniscono il nettare. In alcuni casi i produttori sono stati addirittura costretti a provvedere all’alimentazione straordinaria degli insetti.

Toni Scilla, assessore regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, ha dichiarato che il governo regionale è interessato al salvataggio dell’apicoltura, punta di diamante della produzione agricola. La deliberazione dello stato di calamità naturale fa infatti seguito agli impegni presi dalle istituzioni nel corso di precedenti incontri con produttori e associazioni di settore.

In Sicilia l’apicoltura è un comparto decisamente rilevante viste le duemila aziende e i 140.000 alveari. L’isola è la terza regione italiana per produzione di miele con circa il 20% del prodotto nazionale e la prima per numero di sciami. Visto l’importante numero di posti di lavoro in ballo, la CIA ha chiesto che l’apicoltura venga inserita all’interno del PSR e dei fondi PAC. La preoccupazione rimane.

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