CNA Agroalimentare Marche lancia l’allarme per l’aumento dei prezzi del pane e della pasta

Man preparing bread dough on wooden table in a bakery close up

È la CNA Agroalimentare Marche a lanciare il grido di allarme sul rischio rincari dei prezzi del pane e della pasta. Rincari che si attestano a un euro al chilo per il pane e la pasta artigianale e a cinquanta centesimi per la pasta industriale. Un aumento difficile da gestire per un settore che ha già visto, tra giugno 2019 e giugno 2021, i panifici marchigiani scendere da 706 a 685 mentre i pastifici da 328 a 316.

“Proponiamo – afferma Giovanni Bertulli, Presidente di Mestiere Pastai Dolciari e Panificatori della CNA Marche – un’azione di vigilanza sui prezzi all’ingrosso per evitare operazioni speculative sulle materie prime, che potrebbero provocare la crisi delle aziende di panificatori e pastai marchigiani, che fanno della qualità un elemento imprescindibile delle loro produzioni”.

L’obiettivo della CNA Agroalimentare Marche è quello di sensibilizzare l’Assessore Regionale all’Agricoltura Mirco Carloni, affinché appoggi la richiesta delle associazioni di categoria di chiedere l’apertura di un “Tavolo grano” al Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, capace di valorizzare i prodotti cerealicoli dal campo alla tavola, unendo i produttori agricoli, le aziende molitorie, i pastifici e le imprese della panificazione.

“Il costo medio del frumento – afferma Gabriele Di Ferdinando, coordinatore CNA Agroalimentare Marche – è salito del 35% a causa del calo della produzione mondiale nel 2021 di 33,1 milioni di tonnellate. Nelle Marche la produzione del frumento è scesa, tra il 2019 e il 2021, dell’8% passando da 489 mila a 450mila tonnellate. Una vera e propria beffa questa, soprattutto se si considera che il mondo si sfama ancora con i grani del marchigiano Strampelli, il genio della genetica cerealicola, vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900, che dalle nostre montagne (era di Crispiero, frazione di Castelraimondo, in provincia di Macerata), fornì spighe a mezzo pianeta”.

Lo scorso anno, forse dovuto anche alla maggior “vita domestica”, ogni marchigiano ha consumato 23,5 chili tra spaghetti, fusilli e penne. E si preferisce la pasta artigianale, prodotta con i grani locali, a quella più industriale. Fino ad oggi il prezzo medio è stato di 1,39 ero al chilo, ma quest’inverno si potrebbero superare i due euro al chilo. Un rincaro che impatterà su tutte le famiglie, perché colpirà un bene di largo consumo. Un po’ come il pane, che oggi nelle Marche costa mediamente 3,1 euro. Un prezzo che è destinato ad aumentare, visti gli aumenti del 9,9% del grano duro e de 17,7% di quello tenero, mentre si attendono per la fine del mese balzi a doppia cifra per quanto riguarda le farine. Senza contare i costi di gas, acqua, energia elettrica e trasporti.

“Rischiamo una situazione insostenibile – conclude Bertulli – perché a queste condizioni, i panificatori non ce la possono fare a non aumentare i prezzi al dettaglio. Ancora gli aumenti dei prezzi all’ingrosso non sono stati trasferiti sul filoncino di pane. Ma non potrà durare a lungo”.

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