Cento anni or sono moriva Augusto Ciuffelli, nato a Massa Martana e tuderte d’azione. Un attore del suo tempo, un personaggio la cui storia si intreccia con quella di individui che hanno contribuito alla storia d’Italia: parliamo innanzitutto di Giuseppe Zanardelli con cui collaborò a lungo, Giovanni Giolitti, Antonio Salandra, Luigi Einaudi, Vittorio Emanuele Orlando, Francesco Nitti e tantissimi altri.
Il volume “Augusto Ciuffelli: un umbro al servizio dello Stato”, scritto da Umberto Maiorca e Pier Francesco Quaglietti (editato da Edizioni Sì!) nasce con l’intenzione di presentare agli umbri, ed in particolare alle istituzioni locali, una persona, di umili origini ma di grandi capacità. Un uomo che ha servito lo Stato come funzionario e come politico, impegnandosi in numerosi progetti con perspicacia e grande volontà, così come appare dai tanti documenti selezionati e consultati dagli autori.
E allora come non ricordare il suo impegno nel “processo di modernizzazione del territorio umbro facendosi promotore di nuovi percorsi ferroviari, come la Ferrovia Centrale Umbra e la Spoleto-Norcia….Augusto Ciuffelli, ricordano gli autori, sia come Deputato, Sottosegretario e poi come Ministro dei Lavori Pubblici, lavora anche sul fronte della realizzazione di ferrovie alternative alla Terontola-Foligno, Roma-Ancona e Firenze-Roma, progetti che però sono rimasti sulla carta…”
Quell’infrastruttura, la Ferrovia Centrale Umbra, aperta al transito dei treni il 12 luglio 1915, in pieno conflitto mondiale ma con grande esultanza delle popolazioni interessate. Non mancarono nemmeno i tentativi di unire con infrastrutture ferroviarie l’Adriatico con il Tirreno, ma come ben sappiamo ancora oggi si tentenna…
I due autori stanno promuovendo il libro, editato in numero limitato, consegnandolo a singoli rappresentanti istituzionali, perché ricordino il ruolo di Augusto Ciuffelli, definito da Arturo Labriola un personaggio “venuto dal nulla che, aggiungiamo, ha saputo essere a disposizione della comunità con le sue iniziative”.
E nella prefazione, a corollario della frase di Labriola, l’imprenditore Sauro Pellerucci, ricorda: “uomini come Augusto Ciuffelli dimostrarono che era possibile nascere in un ambiente contadino e crescere traendo forza dalle proprie origini modeste, offrendo i propri talenti piuttosto che ricercando tutele altrui”.