Turismo, sviluppo, innovazione: la ConfCommercio dell’Umbria cerca di mettere ordine nelle imprese produttrici di oggetti destinati ai turisti.

Lo scopo sta tutto nel nome:”Fast” associazione della Confcommercio che vuole dare impulso ad artigiani e piccole imprese produttrici di oggetti destinati poi al mercato turistico. Fast riconosce a quegli operatori l’appartenenza a pieno titolo della partecipazione alla filiera turistica Il primo passo in avanti è stato una identificazione assoluta nel codice “ateco”, adesso uno solo mentre prima le imprese si disperdevano attraverso altre filiere non omogenee: un passo importante, che consentirebbe alle imprese FAST Umbria di essere coinvolte in tutti i processi, bandi pubblici compresi, che interessano la filiera del turismo.
Per un confronto su questo tema, il presidente di FAST UmbriaStefano Leoni ha già chiesto un incontro con il presidente della Camera di commercio dell’Umbria Giorgio Mencaroni: il primo di una serie di appuntamenti che coinvolgeranno anche le istituzioni regionali e, tramite Confcommercio, anche quelle nazionali.
“L’idea di una associazione che rappresentasse le esigenze specifiche delle imprese del nostro settore è nato ben prima della pandemia”, racconta il presidente di FAST Umbria Stefano Leoni. “Il crollo verticale del turismo, con tutto ciò che ha comportato, ha dato una forte spinta alla volontà di trovare una voce univoca. Abbiamo dato forma alla nostra idea, abbiamo costituito una squadra, abbiamo definito un programma di lavoro.
Il turismo di questa estate, anche in Umbria, ha dato segnali di risveglio importanti, ma la “normalità” resta lontana. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Confturismo, venti milioni di italiani hanno fatto vacanze scegliendo principalmente le località balneari. C’è stata una timida ripresa per i viaggi all’estero.
Abbiamo rilevato con soddisfazione che anche in Umbria sono tornati i turisti stranieri, ma siamo lontani dagli anni passati. E continua a mancare il turismo organizzato, che è risultato il più penalizzato dagli effetti della pandemia.
Anche noi vogliamo contribuire concretamente alla ripresa dell’economica regionale. Le nostre attività – conclude Stefano Leoni – sono un biglietto da visita dell’Umbria e dei centri a più forte vocazione turistica, che in Umbria sono tantissimi”.

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