Quarantena: imprese in difficoltà, l’Inps non la equipara alla malattia

In questo mese di agosto, sugli imprenditori è arrivata una mazzata: l’Inps non equipara più alla malattia il periodo della quarantena che il lavoratore deve osservare se è venuto in contatto con persone positive. Nel 2021 non è stata finanziata nuovamente la misura, che era stata adottata dal Governo Conte nel 2020 con 663 milioni di euro. Misura che aveva permesso, durante la quarantena, di coprire stipendio e contributi.

Giorgio Mencaroni, numero uno di Confcommercio Umbria, denuncia: “Anche sulle imprese umbre si viene a scaricare una situazione di incertezza che rappresenta un grave ostacolo sulla via della ripresa”. Aggiunge: “In un momento di forte difficoltà delle imprese, in particolare dei settori del commercio, turismo e artigianato, è inaccettabile che siano ancora le aziende a caricarsi dell’onere di un vuoto normativo e decisionale che va colmato al più presto. Perché ad oggi la realtà è questa: o paga l’azienda – ma non si capisce per quale ragione, trattandosi di un’assenza, e sopportando anche il danno ulteriore di dover fare a meno del proprio dipendente per il tempo della quarantena – o il lavoratore perde parte consistente del proprio stipendio. Una situazione inaccettabile per gli uni e per gli altri”.

“Va evidenziato inoltre – dice ancora Mencaroni – che l’imprenditore si accollerebbe l’onere di una situazione di cui non ha nessuna responsabilità, avendo messo in atto tutte le misure per la sicurezza sanitaria nell’ambiente di lavoro, e le conseguenze di un rischio rispetto al quale è impossibilitato a cautelarsi, poiché, per le norme sulla privacy, non può sapere se tra i suoi dipendenti ci siano persone non vaccinate, e quindi più facile veicolo di contagio. Ma c’è di più e di peggio: i lavoratori che temano di veder decurtato il proprio stipendio a causa dell’assenza per quarantena saranno disincentivati a dichiarare eventuali contatti con i positivi al Covid, e questo potrebbe avere conseguenze pesantissime per la tutela della salute in azienda, con il rischio di arrivare addirittura alla chiusura, con danni economici enormi”.

L’Inps ha comunicato la notizia solamente ad agosto, ma con effetto retroattivo da gennaio 2021. “La soluzione – conclude Mencaroni – è solo una: occorre che il Governo disponga immediatamente il rifinanziamento della misura e dunque equipari nuovamente la quarantena alla malattia, come fatto nel 2020, sanando una situazione di incertezza che crea grande allarmismo. Vanno anche confermate le tutele riconosciute fino a giugno scorso alle categorie dei lavoratori fragili, ora fortemente ridotte, e attivate immediatamente le agevolazioni deliberate nel 2020, che dovevano essere operative da quest’anno, per l’assunzione di alcune categorie come le donne svantaggiate e gli under 36. Alle imprese deve essere fornito un quadro certo in cui operare, vanno attuate misure di sostegno all’occupazione, vanno scongiurati allarmismo sociale e comportamenti che rimettano periodicamente a rischio la continuità dell’attività produttiva”.

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