Mele: aumenta produzione in Europa (non in Italia) nel 2021

Aumenta del 10 per cento la produzione di mele in Europa rispetto al 2020. Il dato è emerso durante la conferenza Prognosfruit, momento di confronto tra i produttori di mele dell’Emisfero nord-ovest, svoltosi in maniera virtuale lo scorso 5 agosto.

Assomela riporta le previsioni di un raccolto di mele, nel Vecchio Continente, di 11.735.000 tonnellate, +1 per cento rispetto alla media dei tre anni precedenti. Si stima un aumento del raccolto in Polonia, circa 4.170.000 tonnellate (+22 per cento sul 2020); aumenti rispettivamente del 49, del 28, del 18 e del 12 per cento per Ungheria, Spagna, Croazia e Portogallo. Produzione in aumento anche in Germania (6 per cento), Francia (3 per cento) e Belgio (14 per cento); in perdita, invece, Slovenia (-59 per cento), Grecia (-28 per cento), Danimarca (-25 per cento), Lituania (-47 per cento), Lettonia (-14 per cento) e Svezia (-16 per cento). Cala del 3 per cento anche la produzione nel Regno Unito.

Dal punto di vista della qualità, calibri leggermente inferiori nel 2021, per effetto delle temperature e per la scarsità di piogge in alcune regioni, ma in linea con la media degli anni precedenti. Si prevede un ritardo nella raccolta di almeno una settimana nella maggior parte dei Paesi. Sul fronte della varietà, la Golden Delicious torna a salire portandosi a 2.120.000 tonnellate, +8 per cento, ma lontana dai volumi di 2015, 2016 e 2018. Continua a crescere la Gala, per la quale è previsto il record di 1.563.000 tonnellate (+8 per cento), La Jonagold segna un aumento della produzione del 34 per cento, riduzione del 3 per cento per la Red Delicious; riduzione anche per Granny Smith (-18 per cento), Cripps pink (-12 per cento) e Fuji (-4 per cento). Continuano a correre le nuove varietà che vanno oltre le 375 mila tonnellate, +12 per cento sull’anno precedente.

Andiamo ora a vedere la situazione in Italia: Si stima una produzione totale di 2.045.611 tonnellate, -4 per cento sull’anno scorso. Risale del 5 per cento la produzione in Alto Adige, torna sotto 500 mila tonnellate quella del Trentino, tutte in calo le altre regioni a causa delle gelate della primavera scorsa. La produzione biologica fa segnare il record, più di 203.400 tonnellate, il 9,9 per cento del totale: l’Italia è così ancora una volta il primo produttore di mele biologiche in Europa.

Stabile, in Italia, la Golden Delicious, per la quale ci si attende un raccolto superiore del 4% rispetto alla scorsa stagione ma che rimane comunque del 14% inferiore alla media degli ultimi 5 anni (escluso 2017). Stabile rispetto allo scorso anno anche la Gala, che con le 378.000 tonnellate. rimane la seconda varietà in Italia. Calano del 18% la produzione della Red Delicious, così come la produzione di Granny Smith (-31% sul 2020) e la Renetta (-31% sul 2020), varietà più interessate dagli effetti del freddo primaverile. La Fuji cala del 9% rispetto allo scorso anno. Così come a livello europeo, toccano invece un record di 138.000 tonnellate. le nuove varietà, in particolare le varietà club, che aumentano del 37% rispetto al 2020.

Le gelate primaverili hanno influito sui calibri, inferiori al 2020, ma in linea con le annate precedenti. Ritardi nella raccolta di circa una settimana vengono segnalati anche in Italia. Nessun problema di tipo fitosanitario, la cimice asiatica è meno presente che nel 2019.

A oggi si prevede una quantità di mele destinate al mercato fresco di 1.769.377 tonnellate, in calo lieve rispetto allo scorso anno, un volume del 6 per cento inferiore all’anno scorso e dell’8 per cento inferiore alla media dei cinque anni precedenti (fatta eccezione per il 2017). Dai dati di Prognosfruit, Assomela prevede aspettative abbastanza buone per il 2021-2022, anche se non come nelle precedenti due anni. Condizioni climatiche e leggero ritardo nello sviluppo potrebbero favorire un recupero del calibro dei frutti.

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