Granocchia, Confesercenti Umbria: “Green pass: responsabilità riconoscimento non sia in capo al gestore”

Giuliano Granocchia, Confesercenti Umbria

Oggi entra in vigore il green pass nei locali al chiuso: per alcuni una forma di discriminazione nei confronti di chi non si è vaccinato. Confesercenti Umbria prende posizione in merito. E lo fa tramite le parole di Giuliano Granocchia, il presidente regionale: “Noi non contestiamo la misura, ma la sua applicabilità, il sistema sanzionatorio. Nessuno o pochissimi dei nostri associati sono in grado di controllare, non tanto il green pass, ma la corrispondenza tra ciò che è scritto nel certificato e il riconoscimento della persona. Si rischiano situazioni difficili da gestire per il singolo gestore di ristorante, pizzeria e bar. Se il cliente si rifiuta di far vedere il documento – ne bastano poche migliaia nel Paese – si rischiano situazioni di difficile gestione che potrebbero richiedere anche l’intervento delle forze dell’ordine”.

Granocchia aggiunge: “Il provvedimento avrebbe dovuto evitare di assegnare responsabilità ai gestori per il riconoscimento della persona. Io in queste settimane non ho sentito nessun associato dichiarare che non voleva fare il vaccino; non solo, finora, i nostri associati hanno sempre adottato tutte le misure di contenimento e di distanziamento richieste dai precedenti decreti governativi. Questo per dire che sono loro, i gestori, i primi a voler far rispettare le regole. C’è grande senso di responsabilità da parte loro e da parte di Confesercenti”. Non è sufficiente, però: “Si andrà naturalmente incontro ad altri costi. Noi chiediamo che la responsabilità per un’eventuale falsa dichiarazione di corrispondenza sia in capo alla persona, non al ristoratore, al pizzaiolo o al barista”.

La multa, invece, resta in carico al gestore, secondo le disposizioni dell’esecutivo: “Ed è salata, il minimo è 400 euro”. Granocchia spiega: “Pensate a una struttura piccola dove c’è una persona sola a lavorare, magari con 7-8 clienti contemporaneamente. Un’operazione come quella che viene richiesta dal Governo crea difficoltà”. C’è poi la questione dipendenti: “Chi finora non ha potuto o non ha voluto fare il vaccino, dovrà fare il tampone ogni tre giorni, con costi difficili se non impossibili da sostenere”.

Saranno quasi naturali le perdite: “Come sempre quando c’è un filtro. Non abbiamo ancora quantificato di quanto sarà, ma un 10-15 per cento pensiamo di poterlo già mettere in preventivo”. Confesercenti nazionale si è fatta sentire: “A questo punto ci attendiamo e ci auguriamo che possano cambiare alcuni aspetti nell’applicazione di questo provvedimento del Governo”.

Granocchia chiosa: “Non dimentichiamo poi il tema della formazione professionale. Si seguirà l’esempio delle scuole? Come sarà regolamentata? Tutti gli allievi dovranno avere il green pass o fare il tampone? Ci sono tanti disoccupati che stanno facendo attività formativa, a loro chiediamo ogni tre giorni un tampone da dieci euro? Noi condividiamo la questione scuola, ossia che si prendano misure per un rientro il più tranquillo possibile. Siamo per i vaccini per riprendere una forma spinta di normalità della scuola italiana, senza nuovi stop&go”.

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